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Sindrome da scuotimento del bambino, in un caso su 4 coma o morte del neonato

Pediatria Redazione DottNet | 03/04/2024 15:41

Il 7 aprile la prima Giornata di sensibilizzazione

Basta un pianto inconsolabile. A scatenare nel genitore, nel nonno o nel baby sitter quell’istinto irrefrenabile di cullare il neonato forte, sempre più forte, fino a scuoterlo con violenza pur di mettere fine a quel pianto non più sopportabile. Stanchezza, depressione post nascita e tanti altri fattori possono essere riscontrati dietro la Shaken Baby Syndrome, la sindrome da scuotimento del bambino. Ma le conseguenze dello scuotimento, anche se di pochi secondi, possono essere infauste e letali. In 1 su 4 casi provoca la morte o il coma del neonato, ma può anche causare traumi di entità tale da provocare nel bambino disturbi dell’apprendimento, disturbi cognitivi, disturbi comportamentali, attacchi epilettici, ritardi nello sviluppo psicomotorio, cecità, diplegia spastica (paralisi di entrambi i lati), tetraplegia (paralisi di tutti i lati).

I dati arrivano dalla Prima indagine sullo Shaken Baby Syndrome in Italia, frutto della collaborazione tra la Fondazione Terre des Hommes e la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento all’Infanzia che la Fondazione ha creato. La rilevazione, condotta nella primavera del 2023, ha preso in considerazione 47 casi di Shaken Baby Syndrome diagnosticati dagli ospedali partecipanti nell’arco di tempo dal 2018 al 2022. I risultati emersi sono stati rilanciati oggi in occasione della presentazione, da parte di Terre des Hommes, delle iniziative in campo per la Prima Giornata di sensibilizzazione e prevenzione della Shaken Baby Syndrome, in programma il 7 aprile prossimo, contestualmente alla Giornata internazionale della Salute. Terre des Hommes, insieme a Simeup (Società Italiana di Medicina di Emergenza Pediatrica) e con il supporto di Anpas, Fimp e della Rete Ospedaliera contro il Maltrattamento Infantile sarà presente in oltre 25 città italiane, con punti informativi sulla Shaken Baby Syndrome e su come prevenirla.

L’iniziativa porterà per la prima volta negli spazi pubblici delle città coinvolte la campagna “NONSCUOTERLO!” avviata da Terre des Hommes nel 2017 e già presentata e diffusa durante eventi istituzionali, percorsi di formazione e sensibilizzazione di genitori, operatori sanitari e delle strutture per l’infanzia.

“Spesso i genitori - o chi si trova a dover gestire un neonato - non conoscono i rischi a cui può portare scuotere il proprio bambino e talvolta, estenuati da un pianto che nei primi mesi di vita può apparire inconsolabile, rischiano di incorrere in comportamenti scorretti, che possono rivelarsi molto pericolosi. Per questo è fondamentale diffondere la conoscenza del fenomeno e avere una giornata dedicata a questo scopo”, spiega Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre des Hommes.

I più colpiti sono i bambini tra le 2 settimane e i 6 mesi di vita, periodo di massima intensità del pianto del lattante.

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L’indagine mostra, inoltre, che pur non conoscendo barriere di tipo sociale, economico o culturale, il fenomeno è più frequente all’interno di situazioni sociali e famigliari fragili, nonché all’interno di un quadro di maltrattamento più ampio: ben 29 neonati presentavano segni di diverse forme di maltrattamento, 1/3 dei casi rilevati era già stato in PS o per altre patologie (21%) o per sintomi sospetti di scuotimento (15%). E si è accertato che 1/4 dei bambini e bambine arrivate in ps era già vittima di scuotimento.

In particolare, in 13 casi su 47 sono state trovate fratture craniche; in altri 13 casi fratture scheletriche spesso multiple e in diverse sedi, soprattutto diafisarie delle ossa lunghe; in 5 casi le fratture craniche e le fratture scheletriche di diversa origine, comunque legate a meccanismi di maltrattamento fisico, erano copresenti descrivendo quindi un quadro di shaken-impact più altro maltrattamento fisico; in 16 casi è stata segnalata la copresenza di una condizione grave di neglect; in altri 5 casi di chemical abuse, dato dalla somministrazione o assunzione da parte del lattante di farmaci o stupefacenti.

“Tenere viva negli operatori di pronto soccorso la sensibilità verso il fenomeno del maltrattamento all’infanzia è fondamentale per poter riconoscere precocemente i sintomi della Shaken Baby Syndrome, ma soprattutto per fare prevenzione, fornendo i giusti messaggi ai genitori", dichiara Stefania Zampogna, presidente Simeup.

L’elenco aggiornato dei punti informazione sulla Shaken Baby Syndrome che saranno allestiti domenica 7 aprile nelle varie città italiane è presente sul sito nonscuoterlo.it La campagna “NONSCUOTERLO!” è promossa dalla Fondazione Terre des Hommes in collaborazione con la Rete Ospedaliera per la Prevenzione del Maltrattamento Infantile composta da diverse eccellenze ospedaliere italiane: Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, Ospedale Vittore Buzzi di Milano, Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova, IRCCS Istituto Giannina Gaslini di Genova, Azienda Ospedaliera Universitaria Meyer IRCCS di Firenze, Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Giovanni XXIII di Bari, Ospedale Santobono - A.O.R.N. Santobono-Pausilipon di Napoli. Ha ottenuto negli anni importanti riconoscimenti, tra cui il patrocinio dell’Autorità garante per l’Infanzia e l’adolescenza (AGIA), della Società Italiana di pediatria (SIP), dell’Associazione Ospedali pediatrici Italiani (AOPI), del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e della Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza Pediatrica (SIMEUP), nel 2023 la campagna ha avuto riconoscimento come partner ufficiale del National Center of Shaken Baby Syndrome, il più importante centro al mondo di studio sulla SBS.

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