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Ottimizzazione degli scalfford polimerici per la realizzazione di cartilagine artificiale

Ortopedia | 11/03/2010 16:22

Per estendere l'applicazione clinica della medicina rigeneratrice della cartilagine, sarebbe necessario sviluppare un modello di tessuto-cartilagine artificiale, con stabilità e struttura 3D. A tale scopo il “Department of Cartilage & Bone Regeneration” dell’università di Tokio ha fatto uno studio in cui si è tentato di impiegare uno scalfford di natura polimerica porosa biodegradabile in combinazione con atelocollagene idrogelo e in cui è stata ottimizzata la struttura e la composizione porosa dello scalfford.
La miscela di condrociti-atelocollagene è stata introdotta negli scalfford con diversi tipi di porosità (80-95%) e diametro del poro (0.3-2.0 millimetri) e composta di acido polilattico PLLA o dei relativi polimeri (PDLA, PLA/CL e PLGA); le costruzioni sono state trapiantate nelle zone sottocutanee di topi nudi.
 

Le costruzioni che hanno usato uno scalfford con pori eccessivamente grandi (> 1 millimetro) sono scoppiate sulla pelle ed hanno alterato il tessuto ospite.
Lo scalfford con porosità del 95% e un diametro del poro di 0.3 millimetri ha mostrato una certa efficacia e ha indotto una rigenerazione giusta della cartilagine.
Per quanto riguarda la composizione, il tessuto-cartilagine artificiale è stato maggiore nel caso in cui si è adoperato PLGA e in PLLA rispetto a PLA/CA e PDLA.
Questi ultimi hanno mostrato, infatti, un denso accumulo di macrofagi, che possono deteriorare la rigenerazione della cartilagine.
In definitiva PLGA o PLLA sono attualmente suggeriti per lo scalfford della cartilagine in quanto per essi la biodegradazione è stata esattamente sincronizzata alla rigenerazione della cartilagine migliorando la qualità del tessuto-cartilagine artificiale
 

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