In Italia ci sono 300 mila persone colpite da Artrite reumatoide (Ar), eppure solo il 17,3% di questi malati frequenta uno dei centri specialistici presenti nell'elenco della Società italiana di reumatologia (Sir). E' l'allarmante dato emerso dal primo Rapporto sociale sull'Artrite reumatoide firmato dal Censis e voluto dalla Sir e dall'Associazione nazionale dei malati reumatici (Anmar). Un motivo in più, commentano i malati, per potenziare i centri di reumatologia come punto di riferimento per la cura e per l'accesso a terapie più efficaci. E per creare una rete reumatologica meglio distribuita su tutto il territorio nazionale.
Dall'indagine, che ha coinvolto 646 pazienti colpiti da Ar, emerge quindi come l'82,7% degli intervistati non frequenti centri specialistici. Molteplici le cause: lontananza dalla propria abitazione (31%), mancanza del servizio nella zona in cui si vive (17%), mancata conoscenza (14%) e liste d'attesa troppo lunghe (12%). Perplessità espresse comunque anche da quel 17,3% che si reca abitualmente in un centri ad hoc. Anche in questo caso c'è infatti chi lamenta liste d'attesa superiori ai 55 giorni (57%) o l'eccessiva distanza dalla propria abitazione (43%). Il Rapporto, poi, 'tira le orecchie' al mondo dei media. Il 60% degli intervistati sostiene che sull'argomento c'è scarsa informazione, mentre un altro 73% crede che sia l'informazione sui servizi a disposizione del malato ad essere carente. I pazienti chiedono infine un potenziamento di queste strutture (48%), ma anche sgravi fiscali (34%) e più visite ambulatoriali (32%).
In Italia, si stima che la prevalenza dei soggetti osteoporotici over 50 corrisponda al 23,1% nelle donne e al 7,0% negli uomini (International Osteoporosis Foundation)
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In uno studio su animali pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine il peptide, Pepitem, ha garantito la formazione di nuovo osso sano in topolini con problemi di osteoporosi
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