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Prematuri, assistenza senza schematismi

Medicina Generale Redazione DottNet | 28/10/2008 22:40

Scienza e coscienza del medico, nessun rigido schematismo: l'assistenza ai neonati vitali di età gestazionale estremamente bassa (22-25 settimane), nati da parti prematuri o aborti terapeutici, deve essere ispirata a questi principi, secondo due documenti di quest'anno sull'argomento, firmati dalla Fnomceo, la federazione nazionale degli ordini dei medici, e dal Consiglio Superiore di Sanità, approvato lo scorso marzo.

I due atti rappresentano nella letteratura medico scientifica nazionale, i due più attuali punti di riferimento sul tema al quale l'Osservatore Romano dedica un articolo in prima pagina. Nel documento della Federazione degli Ordini dei medici, approvato sabato scorso a Ferrara, si sostiene che il medico deve valutare in scienza e coscienza ''caso per caso''. I medici invitano quindi, su questo tema, ad evitare un dibattito ''strumentale''. In particolare, si legge nel documento, ''nei casi di interruzione terapeutica di gravidanza occorre un'attenta valutazione della possibile vitalità del feto alla luce sia della specifica disposizione legislativa sia dei progressi della neonatologia e delle evidenze scientifiche, per evitare il ricorso a successive manovre rianimatorie che possano configurare forme di accanimento terapeutico''.

Nessun ''rigido schematismo'' viene sostenuto anche nel documento del Consiglio Superiore di Sanità: non esistono limiti di settimane di gestazione per guidare la mano del rianimatori nei reparti di terapia intensiva neonatale.
Lo scorso marzo. Gli esperti del CSS avevano inviato al ministro della Salute Livia Turco un parere, largamente condiviso (su 46 votanti 45 voti a favore ed un solo astenuto) nel quale si sostiene la necessità di assistere evitando l'accanimento ma anche posizioni dogmatiche. Il neonato estremamente prematuro dovrà essere rianimato per evidenziare eventuali capacità vitali tali da prevedere la possibilità di sopravvivenza. Qualora ''l'evoluzione clinica dimostrasse che l'intervento è inefficace, si dovrà evitare che le cure intensive si trasformino in accanimento terapeutico''. Al neonato, si spiega nel documento, dovranno comunque essere sempre offerte ''idratazione ed alimentazione compatibili con il suo quadro clinico e le altre cure compassionevoli, trattandolo sempre con atteggiamento di rispetto, amore e delicatezza''.

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