La rivoluzione elettronica bussa alla porta degli italiani. Dopo il Friuli Venezia Giulia, che ha iniziato un anno fa, la Lombardia scende in campo con la sperimentazione più ampia del Paese. Dopo aver distribuito la Carta regionale dei servizi alla quasi totalità dei cittadini lombardi, la Regione ha messo in vendita il pacchetto operativo che dovrebbe consentire di utilizzarla.
La tessera plastificata color ocra con incorporato un microchip, che già attesta l'identità digitale anche nelle farmacie e negli ospedali e serve come tessera europea di assicurazione dalla malattia, adesso dovrebbe consentire di accedere al fascicolo sanitario personale. Cos'è lo spiega il portale della Regione attraverso il quale si accede ai servizi (www.crs.lombardia.it): «Una cartella sanitaria virtuale che raccoglie e rende disponibili tutte le informazioni e i documenti clinici relativi a un cittadino, prodotti sul territorio regionale da medici e operatori socio-sanitari anche di strutture diverse». Esami del sangue, diagnostica, terapie e tutta la storia medica di una persona, insomma.
Anche noi abbiamo voluto provare l'intero percorso, che un normale cittadino lombardo deve seguire. Alla lettera. Abbiamo acquistato in edicola il lettore di smart card della tessera, in vendita a 7 euro e mezzo (il Friuli lo ha dato gratis, ma solo per nucleo familiare). Siamo andati alla Asl, per ottenere subito il codice personale Pin (come quello del bancomat). Abbiamo firmato il consenso al trattamento dei dati, ricevendo la busta con il Pin. Abbiamo installato il kit di accesso al servizio online, sul computer. Percorso semplice, anche se con qualche passaggio incerto. Schermata dopo schermata abbiamo raggiunto la pagina dei «bottoni »: «Consulta i tuoi dati anagrafici »; «Consulta il tuo fascicolo sanitario elettronico»; «Scegli il tuo medico»; «Prenota on line»; «Dai il consenso al trattamento dei tuoi dati personali ».
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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