La ricognizione straordinaria degli spazi negli ospedali pubblici per consentire ai medici l'attivita' libero professionale intramoenia doveva essere fatta entro il 31 dicembre. Mentre le modalita' per realizzare l'infrastruttura per mettere in rete i 'restanti' studi privati con le Asl dovevano essere studiate addirittura entro novembre. Ma, a termini anche ampiamente scaduti, non c'e' traccia di questi provvedimenti che, come altri, avevano bisogno dell'intesa con le Regioni per essere portati avanti e diventare operativi.
A fare il punto su quello che manca per l'effettiva attuazione delle misure varate con il cosiddetto decretone sanita' e' la stessa Conferenza delle Regioni, che ha pubblicato un riepilogo dei provvedimenti ancora da emanare. E che hanno poche chance di vedere la luce in piena campagna elettorale, visto che le Regioni hanno piu' volte lamentato la mancanza di risorse e chiesto un incontro (ormai improbabile) con il premier uscente Monti. Entro la fine del mese di gennaio potrebbe comunque esserci una ultima riunione in sede di Stato-Regioni (dove tra le altre cose e' ancora in stand-by l'intesa sui nuovi standard ospedalieri che dovrebbe portare alla riduzione-riconversione dei posti letto prevista dalla spending review). Ma a mancare all'appello sono anche l'intesa sulla nuova convenzione con i medici di medicina generale, chiamati dal 'decretone' alla rivoluzione h24 (studi aperti sette giorni su sette e maxi-aggregazioni di professionisti): per arrivare alla definizione delle nuove regole il decreto dava in realta' tempo 6 mesi, ma la trattativa, tutta in salita, di fatto non e' ancora iniziata.
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"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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