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Smi, altri riconoscimenti dai giudici sul passaggio a dipendenza di medici del 118. Via libera del tribunale di Ancona a 25 camici bianchi

Medicina Generale Redazione DottNet | 07/03/2013 18:43

Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi valuta favorevolmente la sentenza odierna del tribunale di Ancona (sezione lavoro) che riconosce il passaggio a dipendenza di 25 medici del 118, fino ad ora a rapporto di lavoro convenzionato. Allo stesso modo, lo Smi ricorda il recente positivo pronunciamento in Campania per la pubblicazione delle zone carenti per la continuità assistenziale (guardia medica) e sottolinea che anche nel Lazio sono in campo diversi ricorsi, di cui uno già vinto a Roma, per il riconoscimento di indennizzi economici per le guardie mediche che operano sotto organico.

 In questa regione si annuncia una possibile azione collettiva. Per Fabiola Fini, Responsabile Nazionale dello Smi per il 118-area Convenzionata: «È stata fatta giustizia. La legge prevedeva il passaggio a dipendenza dei medici convenzionati del 118, ma diverse regioni, in questi anni, hanno fatto orecchio da mercante. Nelle Marche si riparte nella giusta direzione, si sancisce la fine di una discriminazione nei confronti di professionisti che operano fianco a fianco ad altri, pur non avendo riconosciuti stessi diritti e garanzie (ferie, malattie, maternità…). Ma non finisce qua, la nostra azione continua in tutte quella altre realtà dove le resistenze permangono».   Ma l’iniziativa giudiziaria dello Smi è a tutto campo e riguarda anche la Continuità assistenziale. Pina Onotri, responsabile nazionale del settore, ricorda, che «contemporaneamente alla vittoria del sindacato (insieme all’Umus) in Campania con la favorevole sentenza per la pubblicazione delle zone carenti, è arrivato anche il positivo pronunciamento del tribunale di Roma, che condanna l'amministrazione  a pagare  un indennizzo  alle guardie mediche che lavorano sottorganico».

Onotri, sottolinea come nel Lazio, «operino 550 medici di continuità assistenziale a fronte di un fabbisogno stimato di circa 900 (la carenza maggiore riguarda Roma). La regione bandisce regolarmente le zone carenti 2 volte l’anno, ma non ad integrazione della pianta organica bensì per rimpiazzare i medici che decadono dall’incarico (per raggiunti limiti di età, perché diventati incompatibili o perché passano ad altro incarico).Finalmente l'azione giudiziaria intrapresa già dal 2010 ,comincia a dare i suoi frutti. Le sentenze continuano a darci ragione e questo ci motiva fortemente a continuare sulla strada intrapresa a difesa della categoria». «Il 118 e la guardia medica – concludono Fini e Onotri - si trovano in una fase di “rottamazione” in tutto il Paese, tra demedicalizzazione delle ambulanze e mancanza di diritti, operando, spesso in condizioni sempre più precarie, insicure e disagiate. Due aree fondamentali per il Ssn che dovrebbero essere, invece, l’asse strategico dell’assistenza h24 e dell’emergenza-urgenza per i cittadini»

Fonte: smi

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