Il Sindacato dei Medici Italiani-Smi valuta favorevolmente la sentenza odierna del tribunale di Ancona (sezione lavoro) che riconosce il passaggio a dipendenza di 25 medici del 118, fino ad ora a rapporto di lavoro convenzionato. Allo stesso modo, lo Smi ricorda il recente positivo pronunciamento in Campania per la pubblicazione delle zone carenti per la continuità assistenziale (guardia medica) e sottolinea che anche nel Lazio sono in campo diversi ricorsi, di cui uno già vinto a Roma, per il riconoscimento di indennizzi economici per le guardie mediche che operano sotto organico.
In questa regione si annuncia una possibile azione collettiva. Per Fabiola Fini, Responsabile Nazionale dello Smi per il 118-area Convenzionata: «È stata fatta giustizia. La legge prevedeva il passaggio a dipendenza dei medici convenzionati del 118, ma diverse regioni, in questi anni, hanno fatto orecchio da mercante. Nelle Marche si riparte nella giusta direzione, si sancisce la fine di una discriminazione nei confronti di professionisti che operano fianco a fianco ad altri, pur non avendo riconosciuti stessi diritti e garanzie (ferie, malattie, maternità…). Ma non finisce qua, la nostra azione continua in tutte quella altre realtà dove le resistenze permangono». Ma l’iniziativa giudiziaria dello Smi è a tutto campo e riguarda anche la Continuità assistenziale. Pina Onotri, responsabile nazionale del settore, ricorda, che «contemporaneamente alla vittoria del sindacato (insieme all’Umus) in Campania con la favorevole sentenza per la pubblicazione delle zone carenti, è arrivato anche il positivo pronunciamento del tribunale di Roma, che condanna l'amministrazione a pagare un indennizzo alle guardie mediche che lavorano sottorganico».
Fonte: smi
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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