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Con le cure termali migliorano i calcoli biliari e le dispepsie. Il contributo dei medici di base

Medicina Generale Redazione DottNet | 21/03/2013 16:10

Problemi come i calcoli biliari, la dispepsia funzionale, l'artrite psoriasica possono trovare validi presidi nella terapia termale. Lo dimostrano studi pubblicati da riviste scientifiche internazionali e presentati  a Milano dalla Fondazione per la Ricerca Scientifica Termale (FoRST), costituitasi col proposito di contribuire alla validazione scientifica della medicina termale e alla diffusione dei risultati fra medici di medicina generale e specialisti.

 In campo gastroenterologico e dermatologico - spiega Marco Vitale, dell'Universita' di Parma, coordinatore scientifico di FoRST - si possono individuare due patologie tanto diffuse quanto diverse fra loro, come dispepsia funzionale e calcolosi biliare.  La prima e' diffusissima (ne soffre un paziente su 4 fra coloro che denunciano disturbi del tratto digerente) e causa dolore e bruciore di stomaco, anche nausea e vomito. E ad oggi non esistono soluzioni efficaci, ma solo farmaci palliativi.  Buoni risultati ha dato invece uno studio italiano ''in cui viene dimostrato - precisa Vitale -  che l'assunzione di acque sulfuree bicarbonato-calciche ha un effetto positivo, anche se non definitivo. I risultati dimostrano infatti che in 12 giorni i sintomi regrediscono e la loro intensita' viene ridotta fino a non interferire piu' con le normali attivita' quotidiane''.  L'effetto dello stesso tipo di acque sulla calcolosi biliare e' dimostrato da uno studio dei ricercatori dell'Universita' La Sapienza di Roma, sul World Journal of Gastroenterology.

''I risultati dimostrano -  dice Vitale - un duplice effetto: diminuisce il rischio di calcoli biliari ed e' piu' facile mantenere il peso corporeo pur con alto introito di calorie.  Per il trattamento della psoriasi e della artrite psoriasica sono due gli studi. Il primo, pubblicato su Laboratory Investigation, si basa su un trattamento con acque al solfuro di idrogeno che hanno dimostrato azione inibente sui cheratinociti, cellule della cute la cui iperattivita' caratterizza la psoriasi.  Il secondo studio si basa sulla fangoterapia nell'artrosi psoriasica. ''E' uno studio randomizzato in doppio cieco eseguito su 32 pazienti - dice Franco Cozzi, reumatologo dell'Universita' di Padova - che dimostra come un ciclo di 12 sedute di fanghi (Terme Euganee) migliora i risultati della terapia con farmaci biologici anti-TNF''. Un risultato importante, secondo Cozzi, perche' puo' indurre a modulare meglio la terapia farmacologica il cui costo annuo per paziente e' di circa 13 mila euro. 

Fonte: forst

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