La spada di Damocle di due miliardi in piu' di ticket, che scatteranno, se non ci saranno interventi, dal prossimo gennaio. Ma anche la tanto sbandierata riforma delle cure primarie, che puntava all'apertura h24 degli studi dei medici di base, rimasta in sospeso non solo per il destino incerto del governo ma anche per l'impasse nei rapporti, mai cosi' tesi, con le Regioni, sulle barricate per via dei ripetuti tagli al budget per la sanita'.
Tanto che non si e' riusciti nemmeno a rinnovare il Patto per la Salute. E ancora la riorganizzazione degli ospedali, tra le misure introdotte con la spending review, che ancora aspetta l'ok dei governatori e che dovrebbe portare anche al tanto dibattuto taglio di circa ottomila posti letto. Non sono poche e nemmeno semplici da risolvere le 'grane' che trovera' il nuovo ministro della Salute. Sempre se ci sara', visto che nel toto-governo il dicastero di Lungotevere a Ripa quasi non e' stato nominato e che comincia anche a circolare l'ipotesi che, nell'ottica dell'esecutivo 'snello', possa essere di nuovo accorpato a qualche altro dicastero (come fece a inizio legislatura l'ultimo governo Berlusconi, affidando le competenze al ministero del Welfare).
Ecco i principali nodi da sciogliere:
- RIFORMA TICKET: la questione piu' urgente resta quella della compartecipazione della spesa sanitaria da parte dei cittadini. Da piu' parti, ministro uscente compreso, si e' ribadito che andare oltre le soglie degli attuali ticket (4,5 mld dalle tasche degli italiani nel 2012) sarebbe ''insostenibile'' e addirittura metterebbe a rischio la natura pubblica e universale del servizio sanitario italiano. Per arginare questo nuovo salasso si e' lavorato sull'ipotesi di una riforma, passando a un sistema a franchigia in base al reddito o all'Isee (anche questo indicatore in attesa che si concluda la sua revisione), conclusa con un nulla di fatto. Un intervento e' comunque necessario perche' la Corte Costituzionale ha bocciato lo strumento del regolamento per la loro introduzione previsto dalla manovra estiva 2011, e per farlo il nuovo governo avra' pochi mesi di tempo (i nuovi ticket scattano dal 1 gennaio 2014).
- RIORDINO OSPEDALI, TAGLIO POSTI LETTO E RIFORMA H24: come stabilito con la spending review, i posti letto dovevano diminuire fino ad arrivare a 3,7 per mille abitanti (di cui 0,7 per post-acuti, lungodegenza e riabilitazione), diventando a regime nel 2015 7.389 in meno. Ma il taglio andava fatto seguendo i nuovi standard per l'assistenza ospedaliera, fissati con un regolamento che non ha ancora superato il muro delle Regioni. Peraltro le risorse liberate con il taglio-riconversione dei posti letto dovevano andare a sostenere la riforma della medicina territoriale, con professionisti associati in maxi-ambulatori aperti h24 sette giorni su sette, al momento ferma al palo.
- A RISCHIO PREZZI DI RIFERIMENTO: C'e' anche un altro meccanismo introdotto con la spending review che rischia di saltare, la previsione della possibilita' per le Asl di disdire i contratti in essere per forniture di beni e servizi se le aziende non accettassero di rinegoziarli sulla base dei prezzi di riferimento, individuati dall'autorita' di vigilanza sui contratti pubblici in collaborazione con l'Agenas. Il Tar del Lazio, su ricorso di alcune aziende del biomedicale, al momento ha sospeso proprio questi ultimi e la sentenza, che potrebbe smontare il meccanismo, e' in arrivo proprio nelle prossime settimane.
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Fonte: sindacati, ministero della Salute
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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