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Aggregazioni medici di famiglia, pronto il riparto dei 423 milioni di finanziamento

Medicina Generale Redazione DottNet | 23/05/2013 16:30

La crisi del progetto aggregazioni complesse dei medici di famiglia in Veneto, come abbiamo evidenziato nei giorni scorsi, ha messo in allerta le regioni che stanno accelerando per il riparto dei 423 milioni di euro destinati all’ultima tranche di finanziamento per i progetti di Piano sanitario.

Tecnicamente i soldi sono contabilizzati sul finanziamento 2011 alla voce risorse vincolate, cioè da riservare alle tredici «linee progettuali» concordate nell'intesa Stato-Regioni del luglio 2010: tra queste le cure primarie, la non autosufficienza e la continuità delle cure integrate (cioè 118 più continuità assistenziale, ossia guardia medica), ricondotta nel setting delle cure primarie. La disponibilità di quei 423 milioni dovrebbe consentire ai governi regionali il completamento dei progetti avviati nei rispettivi territori. E a scorrere l’elenco dei cantieri aperti, la riorganizzazione della medicina di famiglia attraverso lo sviluppo di aggregazioni complesse (chiamate di volta in volta con sigle differenti) ricorre parecchio. La Toscana, per esempio, punta all’implementazione del modello “Case della salute”: non è una novità perché di questi poliambulatori parlava già il piano di riforma della Sanità regionale presentato a dicembre dalla giunta, ma ora si sa che sono in arrivo i soldi per portare avanti la riorganizzazione della mg. Stessi progetti anche in Piemonte, dove le risorse vincolate andranno allo sviluppo in via sperimentale dei Centri di assistenza primaria (Cap) e della reperibilità dei mmg h12 e h24. Seguono la Liguria, che è al lavoro sul potenziamento delle cure primarie attraverso associazionismo evoluto e assistenza h24; l’Emilia Romagna, anch’essa impegnata ad assicurare l’assistenza h24 sul territorio; l’Umbria, dove si punta a nuovi modelli organizzativi per le cure primarie orientati al modello Case della salute; le Marche, che hanno in programma l’integrazione della mg e la sperimentazione di ambulatori di complessità assistenziale per le piccole urgenze; infine Campania e Basilicata, che hanno in cantiere piani per lo sviluppo dell’h24 nell’assistenza primaria o l’integrazione dei medici di tale livello.

Tutte formule che, per strade anche diverse, dovrebbero comunque portare all’aggregazione dei generalisti (e dei medici di guardia, senza i quali niente h24) in strutture complesse, con o senza la presenza di altre figure quali infermiere, specialista distrettuale e operatore sociosanitario.  Che ormai la direzione sia quella lo confermerebbero anche i segnali che i governatori sembrano inviare ai medici di famiglia: il Comitato di settore delle Regioni è stato ricostituito nei giorni scorsi e i sindacati della mg considerano imminente l’arrivo dell’atto di indirizzo che dovrebbe aprire il rinnovo della Convenzione di categoria. Dove le aggregazioni complesse riceveranno certamente un’ulteriore accelerazione.

Fonte: conferenza Stato-regioni

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