«Mi dispiace. Niente giornalisti, interviste e foto; non è un fenomeno da baraccone». La risposta, laconica, scoraggia ogni insistenza ulteriore.
Al telefono ci risponde uno dei parenti (fra i tanti, figli, nipoti e pronipoti) che vivono con «lei» a Pietrapertosa, un paesino in provincia di Potenza. Lei è Lucia Lauria Vigna, la decana d'Italia. Ha 112 anni e 250 giorni (nata nel 1896, si è sorbita gli stenti, il fascismo e due guerre mondiali).
La nostra Lucia si posiziona anche al 16? posto nella lista dei supercentenari «certificati » (dei quali è sicura la data di nascita) del mondo. Un bel gruppetto di 88 persone, 78 donne e - ahimè - solo 10 uomini, che hanno superato le 110 primavere (record biologico visto che si stima che arrivino a 100 anni solo 7 persone su mille).
Sì, perché uno dei problemi spinosi per chi si occupa di supercentenari è proprio la certezza che siano tali. Così il Gerontology Research Group di Los Angeles, guidato da Stephen Coles, ginecologo dell'università della California con la passione per gli studi sull'invecchiamento, ha chiamato Robert Young, l'esperto che collabora con l'organizzazione del «Guinness dei primati » per l'accertamento dell'età dei supposti centenari. Facendone proprio il metodo, ovvero la necessità di prove inconfutabili, dal certificato di nascita a quello di di matrimonio, dalla patente di guida ai certificati di nascita dei figli. Se ci sono testimonianze scritte «continuative» sulla vita di queste persone, si dà per certa l'età dichiarata.
La lista dei californiani abbonda un po' troppo di supervecchi americani secondo gli esperti europei, che storcono la bocca e passano al contrattacco. James Vaupel, direttore del centro di ricerche demografiche dell'Istituto Max Planck di Rostock, in Germania, e Jean-Marie Robine dell'Inserm di Montepellier, attingendo agli archivi dei quindici paesi più industrializzati, hanno raccolto dati su 1000 ultracentenari dell'ultimo mezzo secolo: la loro prima analisi verrà pubblicata alla alla fine dell'anno.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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