Un passaggio che sta avvenendo in sordina, ma non per questo inosservato: nelle regioni del centro-nord continua, anche se lentamente, il processo di transizione della medicina di famiglia verso le aggregazioni complesse previste dalla Convenzione di categoria.
Cominciamo dalla Toscana, dove il modello di riferimento è rappresentato dalle Case della Salute, e più precisamente ad Arezzo dove Asl e sindacati dei generalisti (Fimmg, Snami e Smi, in ordine di rappresentatività) hanno firmato l’intesa che ridisegna l’organizzazione sul territorio. In sostanza, i 280 mmg della provincia vengono inquadrati in 13 Aft (Aggregazioni funzionali territoriali) con 20 medici circa ciascuna e 20-25mila pazienti. Ogni Aft graviterà attorno a una Casa della Salute (otto quelle già finanziate, altre cinque le programmate) o una medicina di gruppo che faranno da sede operativa; nelle aree di minore urbanizzazione, il medico potrà conservare il proprio studio dove comunque assicurerà una presenza ridotta. Nelle Aft verranno anche inquadrati i medici della Continuità assistenziale (ex guardia medica), che integreranno il servizio per assicurare orari h12 (dalle 8 alle 20) e quindi nel tempo h24 assieme al 118. L’accordo, inoltre, prevede per i medici il passaggio al cosiddetto Chronic care model, ossia la medicina d’iniziativa per il paziente cronico: non si attende più che sia il paziente a venire in studio ma si programmano visite di controllo, check up e richiami per monitorare lo stato di salute e prevenire le complicanze. Il tutto grazie anche agli strumenti per la diagnostica di base di cui dovrebbero essere dotate Case della Salute e medicine di gruppo: ecografi, elettrocardiografi, spirometri eccetera.
Le aggregazioni complesse crescono pure in Abruzzo, dove il governatore della Regione, Gianni Chiodi, ha inaugurato la seconda Uccp (Unità complessa di cure primarie, una versione modificata delle Case della Salute) del teramano: ubicata a Sant'Egidio alla Vibrata, servirà un bacino di 30-35 mila assistiti, riunirà mmg, guardia medica, pediatri e specialisti ambulatoriali e sarà aperta h24. I programmi prevedono a breve l’apertura di altre tre Uccp ma le farmacie del territorio fanno fatica a essere contente a causa dei programmi della Regione che peccano di chiarezza. Più articolato invece il discorso del Lazio che registra 4284 medici di medicina generale, a fronte di circa 5 milioni e 500mila abitanti. La qualità del servizio erogato "si evince dal numero di ricoveri richiesti, pari a 155 ogni 100mila abitanti, il numero più basso di tutta Italia, a fronte dell'alto numero di contatti telefonici, che sono stati 330mila", come si legge nel 1° rapporto sull'attività della medicina generale del Lazio, elaborato dalla Fimmg Roma, che evidenzia anche un altro dato di particolare interesse: tra aprile 2012 e 2013 il progetto AmbMed ha garantito un risparmio di circa 2,8 milioni di euro.
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Fonte: federfarma, regioni, fimmg
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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