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Specializzandi: più salato il prelievo contributivo

Medicina Generale Redazione DottNet | 11/11/2008 17:21

Brutte notizie per i medici in formazione specialistica, e cioè per i medici e gli odontoiatri che frequentano le scuole di specializzazione universitarie e che sono obbligatoriamente iscritti, ai fini previdenziali, alla gestione separata dell’Inps. Con la circolare n. 88 del 1° ottobre 2008, infatti, l’Istituto ha stabilito che essi, contrariamente a quanto ritenuto in precedenza, debbano corrispondere il contributo con aliquota piena e non con aliquota ridotta.
In particolare, per l’anno 2006 il contributo passa dal 10% al 18,20%; per l’anno 2007 dal 16% al 23,50% (23,72% per i soli mesi di novembre e dicembre); per l’anno 2008 dal 17% al 24,72%.
 

Per gli specializzandi si tratta di un vero e proprio salasso. Infatti, normalmente i contributi alla Gestione Separata vengono pagati per due terzi dal datore di lavoro e per un terzo dal lavoratore; non è così però per gli iscritti in formazione specialistica, che percepiscono un compenso onnicomprensivo, e che quindi debbono accollarsi l’intera differenza di prelievo (con una riduzione del già magro stipendio superiore ai 160 euro mensili).
Il salasso è ulteriormente aggravato dalla circostanza che le università interessate, entro fine dicembre, per non incorrere nell’applicazione delle sanzioni civili, dovranno regolarizzare i versamenti contributivi di tutte le mensilità pregresse, ovviamente rivalendosi sugli stipendi di ottobre, novembre e dicembre.


La modifica dell’orientamento dell’Inps dipende da una nota del Ministero del Lavoro del 10 settembre scorso, che ha fornito l’interpretazione autentica dell’art. 1, comma 300, lettera c) della legge 23 dicembre 2005, n. 266: in sostanza il Ministero dice che la finalità espressa del legislatore (cioè il fatto che l’aliquota ridotta debba essere applicata a quanti godono di altra copertura previdenziale obbligatoria, e quindi anche agli specializzandi, che sono obbligatoriamente iscritti alla “Quota A” dell’Enpam), soccombe rispetto al rinvio espresso operato dalla legge 266/2005 alla norma di cui all’art. 45 della legge 326/2003, dove si parla esclusivamente del prelievo con aliquota intera.

Rimane ovviamente il sospetto che il parere del Lavoro sia stato confezionato ad uso e consumo del Ministero dell’Economia, ben felice di incrementare le proprie entrate. Va detto che gli specializzandi non sono rimasti con le mani in mano ed hanno trovato numerosi alleati: innanzitutto l’Enpam (che voleva attirare a sé la contribuzione poi attribuita all’Inps) ha garantito che si farà carico delle spese legali relative alle eventuali cause intraprese dagli interessati contro le Università che daranno attuazione alla Circolare Inps; ma anche il Ministero dell’Università e della Ricerca e la Federazione Nazionale degli Ordini hanno stigmatizzato, in proprie note, l’operato del Ministero del Lavoro e dell’Inps.
Sul versante previdenziale, va detto che i contributi versati alla Gestione Separata producono un trattamento autonomo, con il sistema contributivo, al compimento del 65° anno di età, solo in presenza di un’anzianità assicurativa di almeno 5 anni. Fortunatamente, le nuove norme (che continuano ad escludere la ricongiunzione onerosa) consentono invece la totalizzazione gratuita di questi periodi, se sono pari almeno a 3 anni; così la maggior parte degli specializzandi ha la certezza che, all’atto del pensionamento, questi soldi non andranno perduti, anche se è lecito presumere che, con il sistema contributivo, la quota di pensione ad essi riconducibile resterà irrisoria
 

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