Il coinvolgimento attivo dei pazienti può migliorare l’efficacia e l’efficienza delle cure? Per 9 medici di famiglia su 10 sì. Il 94% ritiene che la cura non è possibile se il paziente non si fida o non coopera, per il 72% che, pur essendo responsabile il medico, una parte importante del suo esito dipende dall’assistito.
E’ quanto emerge dalla ricerca annuale del Centro Studi Fimmg sulla corresponsabilizzazione (condivisione delle scelte con decisa condivisione delle responsabilità). I risultati sono presentati in occasione del 68° Congresso nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale, in corso a Roma. Lo studio è stato realizzato su un campione rappresentativo, composto da 973 medici appartenenti all’universo degli iscritti alla FIMMG. Il 92,7% dei medici afferma già di coinvolgere sempre o spesso i pazienti nel processo decisionale, sia per le diagnosi che per le cure. Il 70% degli intervistati riferisce che è fondamentale coinvolgere i propri assistiti quando si tratta di prevenzione, stili di vita e malattie croniche. Il 79,5 % dice che i pazienti comprendono il significato delle diagnosi. Anche perché sono sempre più informati: il 78,3 % afferma che raccolgono informazioni su internet prima delle visite, il 62% che i pazienti non si fanno “scrupoli” a chiedere informazioni e a discuterle, mentre il 52,8 % afferma che i propri assistiti sono in grado di discutere le opzioni di trattamento. “L’indagine che abbiamo condotto ha l’obiettivo di comprendere la sensibilità della professione verso questa inevitabile tendenza al coinvolgimento più attivo del paziente; che non significa per il medico rinunciare al governo nella relazione con l'assistito.
Fonte: fimmg
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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