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Epatite, con i nuovi farmaci aumenterà la migrazione dei cittadini

Gastroenterologia Redazione DottNet | 05/12/2013 14:47

Senza un Piano Nazionale per le Epatiti che fissi principi e percorsi di diagnosi e cura uguali nelle Regioni, soprattutto per l'accesso ai nuovi e costosi farmaci, saranno inevitabili le migrazioni sanitarie dei cittadini. Ad affermarlo è Antonio Gasbarrini, professore di gastroenterologia all'università cattolica di Roma nel corso di un convegno sull'impatto delle nuove cure sull'economia e le politiche sanitarie.

Secondo una indagine riportata dall'esperto, solo 9 Regioni hanno fino ad ora individuato percorsi ma con una enorme variabilità e discrezionalità di comportamenti, dalla scelta dei centri che prescrivono i nuovi farmaci alle indicazioni cliniche per poterli usare; c'e' chi tratta forme lievi di cirrosi e chi solo quelle più avanzate. ''E se questo accade ora per una vecchia generazione di farmaci - ha sottolineato il gastroenterologo - cosa avverrà tra pochi mesi con l'arrivo delle molecole più efficaci ma anche più costose? Serve un piano con percorsi identici nelle Regioni per evitare sbilanciamenti e discriminazioni''. Secondo gli esperti gli scenari che si aprono con le nuove molecole che saranno approvate a breve sono davvero rivoluzionari: ''da tassi di guarigione dall'infezione con il virus dell'epatite C oggi abbastanza modesti (del 45%) si arriverà a tassi di efficacia dell'80-95% '', ha spiegato Massimo Colombo dell'università di Milano.

Ma i vantaggi dei nuovi farmaci sono enormi, niente iniezioni con interferone ma uso di pillole, breve durata dei trattamenti e pochi effetti collaterali. L'obiettivo sarà eradicare non solo il virus ma diminuire la progressione della malattia e dunque la mortalità. A fronte di questo si dovrà preventivare un enorme esborso di denaro per la sanità pubblica. Secondo i primi scenari tracciati dagli economisti sanitari del Ceis di Tor Vergata i risparmi potrebbero andare da un minimo di 11 mln di euro dal 2015 ad un massimo di 44 mln di euro nei successivi 15 anni.

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Fonte cattolica roma

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