Protezione, ma non solo. I solari diventano veri e propri trattamenti di bellezza sempre più sofisticati e pratici da utilizzare: antirughe e idratanti, senza allergeni e con formule leggere che non ungono, ma molto resistenti.
Un business che l'anno scorso in Italia ha raggiunto un valore di 385,2 milioni di euro, in leggera flessione del 2,1% (dati Cosmetica Italia), ma non in farmacia dove gli acquisti sono cresciuti del 4,3% a quota 145,6 milioni a fronte di cali pesanti in profumeria (-9,7%), super e ipermercati (-9,8%).
Intanto il 36% dei pediatri italiani non sa descrivere con precisione tutte le caratteristiche dei vari fototipi. Il dato emerge da un'indagine condotta su otre 500 pediatri dall'osservatorio Paidoss e dalla società italiana medici pediatri (Simpe), presentata a San Pietroburgo nel corso dell'International pediatric workshop. In base allo studio - ha spiegato Giuseppe Ruggiero, coordinatore scientifico nazionale di Paidoss e Simpe, tra gli autori - ''l'85% dei pediatri consiglia l'uso di creme solari, cioè filtri chimici, ma una percentuale nettamente inferiore si preoccupa di consigliare altre forme di protezione, a partire dall'abbigliamento''. Alla prevenzione dei danni alla pelle dei bambini, ha sottolineato Ruggiero, contribuisce infatti anche il vestiario, ad esempio cappelli a falde larghe che proteggono testa e spalle, e maglie di colore scuro e a trama fitta che schermano dai raggi dannosi del sole. Sempre in base all'indagine, ha proseguito Ruggiero, un pediatra su quattro consiglia ai genitori di tutelare i bambini nell'esposizione solare solo durante le vacanze, al mare o in montagna, e non durante le normali attività estive all'aria aperta. ''L'80% dei danni associati all'esposizione solare si verificano nei primi 20 anni di vita'', ha detto il presidente di Paidoss, Giuseppe Mele. ''Per questo l'osservatorio intende creare linee guida per orientare al meglio il lavoro dei pediatri su questa tematica''.
fonte: ansa
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