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Le patologie croniche intestinali sono malattie sociali

Gastroenterologia Redazione DottNet | 03/07/2014 14:18

Sono le nuove 'malattie sociali', arrivano a colpire 10/15 persone ogni 100 mila abitanti in Italia, con un impatto economico che gli studiosi giudicano rilevante anche a causa di diagnosi accertate in ritardo che impattano negativamente sulla qualità della vita dei pazienti e, come in un gioco di specchi, con costi 'sociali' ancora più alti: sono le malattie infiammatorie croniche intestinali a cui è stata dedicata una giornata di studio promossa dalla Scuola Superiore Sant'Anna e dall'Azienda ospedaliera universitaria pisana.

 L'occasione è stata la presentazione di una ricerca sui costi e sulle implicazioni sociali, che includono in maniera prevalente la malattia di Crohn e la colite ulcerosa. ''Queste patologie - ha spiegato, Giuseppe Turchetti, docente di economia e management alla Scuola Sant'Anna e autore anche di un'indagine sui costi sociali" dell'obesità - si possano considerare 'sociali' per la crescente diffusione, anche perché diagnosticate in ritardo determinando non solo sintomi invalidanti, ma anche una progressione verso forme complicate più gravi ed estese che si ripercuotono sulla vita quotidiana del paziente. La gestione diagnostica e terapeutica rappresenta una sfida importante sia per i gastroenterologi che curano gli adulti sia per quelli dell'età pediatrica''. Per la prima volta sono stati presentati anche i dati sul censimento delle strutture sanitarie e sulla qualità della cura e assistenza, che hanno evidenziato l'estrema frammentazione organizzativa dei servizi sanitari regionali, con punte di eccellenza affiancate a realtà non del tutto idonee per gestire i casi più complessi.

  ''La necessità di definire e implementare un percorso diagnostico terapeutico assistenziale per le malattie infiammatorie croniche intestinali - ha sottolineato il gastroenterologo Giuseppe Turchetti - è un'esigenza fondamentale e la rivisitazione completa dei livelli essenziali di assistenza è indispensabile per garantire ai pazienti il percorso di cura più veloce e più efficace per gestire correttamente le patologie dalla loro insorgenza e prevenire complicanze evitando rilevanti costi sanitari e sociali''

 

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fonte: sant'anna

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