Paziente di anni 50, sposata, due figli in a.b.s. da dieci anni reflusso gastroesofageo trattato con magaldrato PPI antiacidi.
Nel 2006 compare ipertensione che viene trattata con ace-inibitori. L'anno dopo comparsa di TIA da vasculopatia cerebrale; pertanto assume ASA a basso dosaggio.
Nel 2010 la paziente avverte presenza di muco e dispnea sempre più frequentemente, resistente alla vecchia terapia.
Esegue esofagogastroduodenscopia con biopsia: negativa per gastrite e/o infiammazione; esami di routine nella norma tranne una lieve anemia ferro-carenziale che viene corretta con l'assunzione di ferro. Normale la tiroide.
La sintomatologia si attenua con alti e bassi fino al 2013, allorquando la dispnea si fa ingravescente.
Per tale motivo si ricovera presso un reparto di pneumologia ed esegue rx toracico che mette in evidenza: ili ingranditi, deformati, addensati ed interstiziopatie simil sarcoidosica.
Adesso la paziente viene curata con cortisonici che hanno migliorato la sintomatologia: la dispnea è molto rara, il muco è scomparso.
Conclusioni:
Nella nostra professione ci imbattiamo in casi in cui i segni semiologici sono in comuni con molte malattie e, poiché non abbiamo l'immediatezza diagnostica dei colleghi ospedalieri, né le risorse economiche, perdiamo del tempo prezioso nella formulazione della diagnosi, e non sempre le cose finiscono positivamente come in questo caso.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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