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L'Mmg conosce le norme sul dolore ma la metà non adegua la terapia

Medicina Generale Redazione DottNet | 10/12/2014 15:09

Fino all’85% dei medici di famiglia conosce la legge 38 sul dolore e il quadro normativo sull’armamentario terapeutico disponibile per trattarlo, ma più di uno su 2 non adegua le proprie prescrizioni in questo campo.

E’ il quadro che emerge da una ricerca commissionata a Doxa Marketing Advice dal Centro Studi Mundipharma e condotta su 200 medici di medicina generale di tutta Italia.

Secondo l’indagine i camici bianchi di fiducia sono promossi sulla teoria, meno sulla pratica: conoscono la nota Aifa che evidenzia le controindicazioni dell’impiego di antinfiammatori non steroidei (Fans) e Coxib nei pazienti con patologie cardiovascolari; sono al corrente delle recenti restrizioni sui medicinali che associano paracetamolo e codeina, il cui impiego è stato limitato a 72 ore; cresce anche la dimestichezza con i farmaci oppioidi (il 94% sa citarne le principali marche, contro il 70% rilevato nel 2013).

Eppure, spiega Massimo Sumberesi, Managing Director di Doxa Marketing Advice, molti “manifestano un atteggiamento di sostanziale inerzia prescrittiva. In particolare, i più anziani sono quelli che dimostrano maggiore resistenza al cambiamento”.

E così, secondo i dati della ricerca, i Fans restano la soluzione più diffusa (36%), seguiti dagli oppioidi (26%, in monoterapia o in associazione a paracetamolo) e dagli antipiretici (22%). “Rispetto a una nostra indagine condotta sempre sui generalisti nel 2013, si evince una situazione di stallo. Va tuttavia segnalato che, guardando al futuro, il 56% degli intervistati ritiene che le proprie prescrizioni di oppioidi aumenteranno”, continua Sumberesi.

Secondo l’indagine, un terzo dei pazienti visitati ha dolore, lieve nel 34% dei casi, moderato nel 44%, severo nel 22%. Per quasi 7 assistiti su 10 si tratta di una forma cronica: in questo caso, i farmaci che i medici di medicina generale considerano di riferimento sono gli oppioidi (29%), seguiti dai Fans (28%) e dalle associazioni di paracetamolo e codeina (16%). Alla prova dei fatti, rileva però la ricerca, il 52% delle loro prescrizioni di Fans continua a riguardare pazienti con dolore cronico.

Le associazioni paracetamolo/codeina vengono prescritte per oltre 3 giorni dal 90% degli intervistati, in media quasi per 10 giorni. Anche chi conosce l’aggiornamento delle relative schede tecniche – che ne limita l’impiego a 72 ore – solo nel 14% dei casi li utilizza secondo la norma. Inoltre nei casi in cui, dopo i 3 giorni di assunzione, il paziente continui a riferire dolore, il 71% dei medici dichiara di cambiare terapia, ma solo il 6% passa a un oppioide. “L’indagine Doxa evidenzia come permangano ancora importanti margini di miglioramento – ammette Fiorenzo Corti, responsabile comunicazione nazionale Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale) – Occorrono nuovi sforzi per intensificare le attività di formazione a supporto delle cure primarie. Fimmg sta lavorando proprio in questa direzione”.

 

fonte: adn

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