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Ue, si muore troppo negli ospedali: colpevoli le infezioni

Medicina Generale Redazione DottNet | 15/12/2008 20:03

I cittadini europei muoiono per infezioni contratte in ospedale nella stessa misura in cui perdono la vita sulla strada. In Europa infatti, ogni anno circa 37.000 decessi sono la conseguenza diretta di infezioni contratte durante un ricovero in ospedale, a cui se ne aggiungono altri 100.000 in cui le infezioni subite hanno contribuito al decesso del paziente.

Sono queste le stime allarmanti annunciate a Bruxelles dalla commissaria europea alla salute Androulla Vassiliou, decisa a suggerire ai 27 nuove piste per rafforzare la sicurezza dei pazienti in Europa. Le stime effettuate dagli esperti europei parlano chiaro: ''4,1 milioni di pazienti contraggono ogni anno almeno un infezione in ospedale, e questo corrisponde a circa un paziente su 20''. Bruxelles suggerisce quindi, come prima priorità, di ''lottare contro le carenze sistematiche e organizzative, che sono la principale fonte di pregiudizio per i pazienti''.

Vassiliou non ha parlato di situazioni specifiche ad ogni stato membro ma gli esperti della Commissione europea hanno spiegato che ''l'Italia è stato il primo paese nell'Ue a sollevare a livello europeo la problematica delle infezioni''.
Per rafforzare la sicurezza dei pazienti, riducendo il rischio delle infezioni al momento del ricovero in ospedale, Bruxelles suggerisce un approccio articolato dove la responsabilità resta comunque nelle mani dei singoli stati membri.
Tra le idee avanzate, c'è l'elaborazione di indicatori comuni relativi alla sicurezza dei pazienti. Ma si pensa anche ad introdurre dei sistemi in grado di segnalare situazioni di carenza, o di rafforzare quelli già esistenti. Del resto, sottolinea la Commissione europea, le infezioni associate a cure ospedaliere pesano ogni anno sui sistemi sanitari con costi stimati a 5,48 miliardi di euro l'anno. Considerando poi l'importanza di rafforzare la formazione professionale, la Commissione europea ha anche lanciato una consultazione pubblica sull'avvenire del personale sanitario in Europa, che rappresenta il 10% della forza lavoro. Un dibattito verrà avviato sulla pianificazione e sul loro avvenire. La commissaria europea alla sanità Androulla Vassiliou ha messo anche l'accento sull'importanza per i pazienti di presentare reclami o ricorsi in caso di necessità: ''Ogni partner Ue ha i propri meccanismi - ha indicato - ma occorre che siano sistemi trasparenti ed accessibili ai pazienti''.
 

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