Paura in sala operatoria, di sbagliare, di essere denunciati, al punto da evitare i casi troppo difficili: è forse questo l'effetto più pericoloso della cosiddetta medicina difensiva, l'aumento del contenzioso medico-paziente.
E' quanto emerso da un'indagine promossa dalla Società Italiana di Chirurgia (SIC), coordinata da Gabrio Forti, della Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del S.C. di Milano e Maurizio Catino, dell'Università di Milano Bicocca. L'indagine, sulla base di un questionario cui hanno risposto 307 chirurghi, svela che l'82,8% dei chirurghi nell'ultimo mese di lavoro ha scritto in cartella clinica note evitabili, riportate solo per paura, il 69,8% ha proposto il ricovero di un paziente in realtà non necessario, il 61,3% di aver prescritto un numero di esami diagnostici non necessari, il 58,6% di aver richiesto inutili e ridondanti visite da altri specialisti. E non è finita, il 51,5% degli intervistati dichiara di aver prescritto farmaci non necessari, il 26,2% di aver evitato 'casi difficili', oltre le normali regole di prudenza, per il timore di un insuccesso e di dover sostenere una causa a seguito di questo.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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