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Istat, per dieci milioni di lavoratori la loro salute è a rischio

Medicina Generale Redazione DottNet | 29/12/2008 17:41

Sono oltre 10 milioni gli occupati (pari al 44,0% su un totale di 23 milioni 298 mila lavoratori) che percepiscono, nello svolgimento del proprio lavoro, la presenza di almeno un fattore di rischio per la propria salute.

 Secondo una indagine Istat riferita al secondo trimestre del 2007, fra questi lavoratori ben 8 milioni 706 mila avvertono la presenza di fattori di rischio che possono compromettere la salute fisica, mentre 4 milioni 58 mila ritengono di essere esposti a rischi che potrebbero pregiudicare l'equilibrio psicologico. In rapporto agli occupati, è forte la differenza fra uomini e donne: il rischio 44 uomini su cento percepisce rischi di natura fisica, contro il 26,7% delle occupate, mentre per quanto riguarda i fattori di natura psicologica entrambi i generi si attestano sui livelli del valore medio che è pari a 17,4%.

''L'indagine Istat conferma che c'è bisogno di più intervento sia normativo che di vigilanza e che tutti devono essere impegnati a raggiungere il condivisibile obiettivo europeo di 'promuovere un vero benessere sul luogo di lavoro''. E' quanto ha affermato in una nota la segretaria confederale della Cgil, con delega al tema Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro, Paola Agnello Modica.
''E' positivo che l'istituto statistico abbia analizzato sia le differenze di genere che di età come quelle tra italiani e migranti - ha aggiunto - che fa anche emergere un tratto sinora rimasto erroneamente nascosto: quello delle malattie di origine professionale o aggravate dal lavoro, che nel solo 2007 hanno riguardato ben 2 milioni 797mila persone''. Secondo Agnello inoltre ''è drammatico che ben l'8,1% non sia più in grado di lavorare, mentre le rendite e gli indennizzi Inail continuano a rimanere a livelli di indecenza''. ''Ci chiediamo quanti lavoratori e lavoratrici che hanno subito un infortunio, o che soffrono di una malattia di origine professionale, riusciranno a trovare lavoro - ha concluso la nota - se il Governo, come è intenzionato a fare, supererà il divieto di visita preassuntiva da parte del medico aziendale''.

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