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Niente asportazione della milza per gli ammalati di morbo di Werlhof

Medicina Generale Redazione DottNet | 08/01/2009 15:18

pazienti affetti da piastrinopenia autoimmune dell'adulto, la cosiddetta malattia ''di Werlhof'', non dovranno più ricorrere all' asportazione della milza o all'uso prolungato di farmaci immunosoppressori.

E' il risultato di uno studio clinico ideato e condotto da Francesco Zaja, ricercatore della facoltà di Medicina dell'università di Udine. A causa della cronicità della malattia, la cui incidenza nell'adulto è di circa 5 nuovi casi all'anno ogni 100 mila abitanti, ''i pazienti - ha detto Zaja - frequentemente necessitano l'asportazione della milza o l'impiego continuativo di cortisonici o di altri farmaci immunosoppressori che, a lungo andare, risultano tossici''. La terapia messa a punto ''ha migliorato significativamente le percentuali di risposta a breve e lungo termine - ha aggiunto il ricercatore - risparmiando ad una buona percentuale di pazienti la rimozione della milza od il ricorso a terapie più tossiche''.

I risultati di questo studio hanno dimostrato una percentuale di risposta a breve e lungo termine decisamente più elevata nei pazienti trattati con un nuovo farmaco, il Rituximab, rispetto a quelli che hanno ricevuto la terapia cortisonica tradizionale.

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