Il farmaco ha determinato una riduzione clinicamente significativa dei trigliceridi epatici durante 6 mesi di terapia.
Dopo l'identificazione dell'effetto terapeutico del peptide simile al glucagone GLP-1 (glucagon-like peptide 1, GLP-1), sono stati sviluppati gli inibitori della dipeptidil-peptidasi-4 (DPP-4) per ritardarne la rapida degradazione plasmatica e aumentare l'effetto incretinico nel diabete di tipo 2. Il vildagliptin è risultato in grado di prolungare e completare l’inibizione della DPP-4, con conseguente estensione dell’aumento, indotto dal pasto, del GLP-1 e del peptide inibitorio gastrico oltre le 24 ore.
L'obiettivo dello studio randomizzato, controllato con placebo e in doppio cieco, è stato valutare i livelli di trigliceridi epatici e la sensibilità all'insulina in caso di somministrazione del vildagliptin.
Sono stati esaminati pazienti affetti da diabete di tipo 2 (n=44 individui) ed emoglobina glicata ≤7.6% in terapia stabile con metformina. I pazienti sono stati assegnati in modo casuale al gruppo d’intervento, trattato con 50 mg due volte al giorno di vildagliptin, o al gruppo che ha assunto placebo per 6 mesi.
I principali parametri valutati sono stati i trigliceridi epatici e la sensibilità all'insulina.
Il livello medio di trigliceridi epatici a digiuno è diminuito del 27% con vildagliptin, passando dal 7.3±1.0% (baseline) al 5.3±0.9% (endpoint). Non è stato riscontrato nessun cambiamento nel gruppo placebo. La differenza nella variazione dalla baseline tra i due gruppi è risultata significativa (p=0.013). La concentrazione plasmatica media della glicemia a digiuno è diminuita, nel corso dello studio, nel gruppo in trattamento con vildagliptin rispetto al placebo passando da -1.0 mmol/L (p=0.018). E’ stata rilevata una correlazione positiva tra diminuzione della glicemina e trigliceridi epatici nel gruppo del vildagliptin a 3 mesi (r=0.47; p=0.02) e a 6 mesi (r=0.44; p=0.03). I livelli plasmatici di alanina aminotransferasi sono passati da 27.2±2.8 – 20.3±1.4 UI/L nel gruppo vildagliptin (p=0.0007); è stata riscontrata una correlazione tra i decrementi dell’alanina aminotransferasi e i trigliceridi epatici (r=0.83; p<0.0001) . La sensibilità all'insulina durante il clamp euglicemico è risultata simile nei due gruppi alla baseline (3.24±0.30 rispetto a 3.19±0.38 mg/kg/min) e non è cambiata (variazione media corretta 0.26±0.22 rispetto a 0.32±0.22 mg/kg/min; p=0.86). Il peso corporeo medio è diminuito di 1.6±0.5 in confronto a 0.4±0.5 kg, rispettivamente nei pazienti che hanno assunto vildagliptin e nei pazienti del gruppo placebo (p=0.08).
Lo studio ha dimostrato che il vildagliptin, inibitore della dipeptidil peptidasi-4, ha determinato una riduzione clinicamente significativa, non correlata al cambiamento di peso corporeo, dei livelli di trigliceridi epatici durante i 6 mesi di terapia. Non si è verificato nessun cambiamento della sensibilità periferica all'insulina.
Riferimenti bibliografici:
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