Lo studio ha sottolineato l’importanza di una gestione adeguata e tempestiva per ridurre il rischio di fratture dopo perdita di peso.
Nelle donne in post menopausa, un aumento del rischio di fratture è risultato associato a perdita di peso ma non è stato determinato l’arco di tempo in cui questo si verifica.
L’obiettivo dello studio è stata la valutazione degli effetti della perdita di peso non intenzionale ≥ 4,5 kg in donne in post menopausa a rischio di frattura in più siti, fino a 5 anni dopo la diminuzione del peso corporeo.
Utilizzando i dati del trial Global Longitudinal Study of Osteoporosis in Women (GLOW) sono state analizzate le relazioni tra la perdita di peso non intenzionale auto-riferita ≥4.5 kg alla baseline, a 2 e a 3 anni con l’incidenza di fratture cliniche negli anni successivi alla perdita di peso. Sono stati disponibili i dati completi riferiti a 40.179 donne (con età media di 68±8,3 anni). La percentuale cumulativa di fratture a cinque anni è stata stimata utilizzando il metodo di Kaplan-Meier e il rapporto di rischio corretto per la perdita di peso, come covariata modificabile nel tempo, è stato calcolato mediante modelli di regressione multipla di Cox.
La perdita di peso non intenzionale alla baseline è stata associata ad un aumento significativo del rischio di frattura della clavicola, del polso, della colonna vertebrale, delle costole, dell'anca e del bacino fino a 5 anni dopo la perdita di peso. Il rapporto di rischio corretto ha mostrato un’associazione significativa tra la perdita involontaria di peso e la frattura dell'anca, della colonna vertebrale e della clavicola ad 1 anno dalla perdita di peso. Queste associazioni erano ancora presenti a 5 anni.
Questi risultati hanno evidenziato un aumento del rischio di fratture in diversi siti dopo perdita di peso non intenzionale nelle donne in post menopausa. L'aumento è stato osservato nel primo anno dopo la perdita di peso, sottolineando la necessità di una rapida valutazione del rischio di frattura e di una gestione adeguata delle pazienti per ridurre il rischio di fratture in questa popolazione.
Riferimenti bibliografici:
In Italia, si stima che la prevalenza dei soggetti osteoporotici over 50 corrisponda al 23,1% nelle donne e al 7,0% negli uomini (International Osteoporosis Foundation)
Chirurgia mini-invasiva e robotica le armi contro la stenosi del canale lombare
Potrebbe essere sfruttato come base di terapia per l'osteoporosi e per aiutare a guarire le fratture ossee
In uno studio su animali pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine il peptide, Pepitem, ha garantito la formazione di nuovo osso sano in topolini con problemi di osteoporosi
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