Una delle principali richieste delle coppie che decidono di fare ricorso alle tecniche di fecondazione assistita è stata accolta dalle nuove linee guida sulla legge 40: sarà infatti possibile effettuare la diagnosi preimpianto sull'embrione prima che questo venga appunto impiantato in utero.
Un passo avanti sostanziale, commenta il presidente della Società italiana di diagnosi prenatale Claudio Giorlandino, che ''permetterà di evitare aborti tardivi''. Ma a cosa servono precisamente questo tipo di esami e quale era la situazione fino ad oggi? La legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita, e le precedenti linee guida, spiega Giorlandino, ''permettevano la diagnosi sullo stato di salute dell'embrione avvalendosi esclusivamente di tecniche di tipo 'osservazionale': in altri termini, una volta creato l'embrione in laboratorio, questo poteva essere osservato al microscopio per verificarne lo stato di salute, ovvero la vitalità''. Era questo, dunque, l'unico tipo di accertamento permesso. Con il sì alla diagnosi preimpianto, invece, il quadro, sottolinea l'esperto, cambia completamente: ''Eseguire una diagnosi prima dell'impianto in utero - spiega - significa prelevare dall'embrione, nel suo stadio iniziale a tre giorni dalla fertilizzazione avvenuta in laboratorio, una unica cellula sulla quale vengono eseguiti esami di tipo genetico e molecolare al fine di rilevare la presenza di eventuali malattie genetiche o cromosomiche''.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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