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Tar: respinto il ricorso della Ikt sugli accreditamenti

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/08/2008 10:18

In presenza di ''azioni penali per fatture false, accreditamenti falsi, con danno enorme per il bilancio sanitario regionale, non si vede come l'Amministrazione avrebbe potuto mantenere in vita i rapporti di accreditamento''.

E' una delle motivazioni per le quali Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso proposto da Ikt, Fk Terapia e Società delle Province per contestare le delibere con le quali nel 2006 la giunta regionale del Lazio ha sospeso e poi revocato i loro rapporti di accreditamento dopo l'inchiesta della procura di Roma sulle maxitruffe nella Sanità del Lazio. Si tratta di società con in comune (almeno all'epoca di presentazione del ricorso) amministratore e soci coinvolti, a vario titolo, nelle vicende giudiziarie che hanno avuto come protagonista Anna Giuseppina Iannuzzi (nota come 'Lady Asl'). Secondo la ricostruzione accusatoria ''una colossale e complessa vicenda delittuosa - scrive il Tar nella sentenza - di corruzioni e sottrazione di denaro e risorse pubbliche destinate al finanziamento del servizio sanitario, con somme indebitamente erogate per milioni di euro, false convenzioni e fatturazioni, illeciti di vario genere attuati in concorso con funzionari pubblici corrotti ed infedeli''.

La vicenda di Lady Asl, pur non essendo sfociata in condanne penali definitive, ''è alla base - si legge nella sentenza del Tar - dei provvedimenti impugnati, che al Collegio, proprio per l'eclatante ed oggettiva gravità della vicenda stessa, sembrano sostanzialmente inevitabili, corretti ed immuni dunque dalle censure d'illegittimità dedotte dalle imprese ricorrenti''.
I giudici hanno ritenuto che ''di fronte ad azioni penali con danno enorme per il bilancio sanitario regionale, non si vede come l'Amministrazione avrebbe potuto mantenere in vita i rapporti di accreditamento delle società ricorrenti. Si trattava di tutelare, con la massima decisione e rapidità possibile, non soltanto i propri interessi profondamente lesi dai comportamenti illeciti contestati, ma la stessa immagine del servizio sanitario nazionale''. Il Tar ha inoltre sottolineato come le ragioni della sospensione e della successiva revoca degli accreditamenti a Ikt, Fk Terapia e Società delle Province si sia basata anche ''su una discrezionale valutazione di opportunità, non illogicamente correlata alla caduta dell'elemento fiduciario necessariamente ed ontologicamente insito nel rapporto concessorio. L'Amministrazione non doveva certamente attendere l'esito del processo penale, potendosi basare anche su indagini e procedimenti penali in corso, nell'ottica dell'immediata tutela dell'interesse pubblico, particolarmente sensibile trattandosi di rapporto svolgentesi nell'ambito di un servizio pubblico delicato in quanto preordinato alla tutela della salute dei cittadini''.

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