Ha preso il via da pochi giorni (24 aprile - 7 giugno 2017) presso l’Università degli Studi di Torino il primo corso di linguistica medica e clinica, all’interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche.
Ha preso il via da pochi giorni (24 aprile - 7 giugno 2017) presso l’Università degli Studi di Torino il primo corso di linguistica medica e clinica, all’interno della Laurea magistrale in Scienze linguistiche (Dipartimento di Studi Umanistici, Scuola di Scienze Umanistiche).
Si tratta del primo insegnamento in Italia dedicato a questa disciplina. Il corso è per ora rivolto a studenti di area umanistica ma l'obiettivo è poterlo estendere anche ai medici in formazione.
La linguistica medica studia - con un metodo testuale - l’ampio tema della comunicazione in ambito medico-sanitario. In particolare analizza i passaggi cruciali come la relazione tra medico/operatore e paziente, il discorso possibile nella terapia, gli strumenti comunicativi dell’atto medico e la dinamica della trasmissione dell'informazione al cittadino/paziente.
Il versante clinico è invece dedicato ai casi di ‘disfunzionamento’ linguistico, soprattutto di ambito psicopatologico, attraverso la descrizione e l’analisi delle forme che la lingua può assumere in pazienti psicotici, autistici e con la sindrome di Alzheimer.
Il corso - tenuto da Raffaella Scarpa, docente di linguistica italiana all’Università di Torino è un punto di arrivo di un lungo periodo di ricerca e sperimentazione che negli anni ha visto anche esperienze di insegnamento all’interno di strutture universitarie mediche. E in questi anni è nato il Gruppo di ricerca ‘Remedia – lingua medicina malattia’, costituito da studiosi che indagano le sinergie tra linguistica e scienza medica.
Il corso universitario - che ha preso avvio da qualche giorno - dà anche la possibilità di svolgere tirocini pre-laurea della durata di 150 ore presso le strutture sanitarie con cui Remedia, nel corso degli anni, ha attivato apposite convenzioni di collaborazione a fini di ricerca. I tirocinanti che svolgono attività di osservazione e supporto, imparano le tecniche di discorso e propongono nuove modalità di interazione alla luce dei loro studi. Lavorano in stretta collaborazione con gli operatori e direttamente con i pazienti allo scopo di raccogliere testi e testimonianze da sottoporre ad analisi, proponendo nuovi metodi di raccolta-dati”
Il progetto ha quindi un obiettivo formativo: cercare di definire una nuova figura di professionista della parola che possa offrire al contesto sanitario competenze e strumenti innovativi a partire dalla linguistica medica e clinica.
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