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Allarme malaria, ogni anno un milione di morti

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/08/2008 10:39

Sono cinquemila anni che la malaria colpisce il genere umano, e ancora siamo ben lontani dal debellarla, anzi: spinta dai cambiamenti climatici e dagli interventi insufficienti questa patologia, i cui primi segni documentati risalgono al 2700 A.C. in Cina, sta aumentando la sua estensione e la sua violenza, e ormai infetta più di 500 milioni di persone all'anno.

Domani in tutto il mondo, durante le celebrazioni per il World Malaria Day indette dall'Organizzazione mondiale della sanità, si rifletterà su quanto è stato fatto e quanto ancora c'è da fare per sconfiggere questa malattia che all'80%, come ha denunciato l'Unicef, colpisce i bambini. L'epidemia di malaria continua in tutto il mondo, avverte l'Oms, con più del 40% della popolazione globale che rischia di essere contagiata dal morbo, che già adesso fa più di un milione di morti l'anno. Inoltre, sostengono gli esperti Onu, i cambiamenti climatici stanno rendendo sempre nuove zone adatte alla vita della zanzara vettore, ampliando il bacino potenziale dell'infezione. Anche se il 70% dei casi è in Africa, avverte il comunicato ufficiale dell'Oms sulla giornata, è il Sud-est asiatico la nuova frontiera della patologia, dove l'83% dei più di un miliardo e trecento milioni di persone è a rischio.

Tutto questo avviene nonostante gli sforzi internazionali non siano mai stati così alti, come testimonia un articolo pubblicato da Nature poche settimane fa, in cui si affermava che i fondi per le cure ammontano ormai a un miliardo di dollari, decuplicate in dieci anni. ''I finanziamenti anche se alti non sono sufficienti, inoltre devono essere spesi nel modo giusto - ammonisce Giampiero Carosi, direttore dell'Istituto di Malattie Infettive e Tropicali di Brescia - quello che manca all'Africa, dove bisogna concentrare gli sforzi, sono le infrastrutture e la formazione. Noi possiamo avere tutti i farmaci che vogliamo a disposizione, ma finchè ci saranno pochissimi ospedali e un medico ogni centomila abitanti sarà difficile sconfiggere l'infezione.
Anzi, la cura data male porta al manifestarsi di ceppi resistenti ai farmaci''. Tra le manifestazioni di domani in tutto il mondo ci saranno concerti, celebrazioni e dibattiti con gli scienziati, a cui interverranno i 'testimonial' della giornata, fra cui l'arcivescovo di Johannesburg Desmond Tutu, il rugbista Johnny WIlkinson, il campione Nba Dikembe Mutombo e la cantante Angelique Kidjo. Alla Casa Bianca George Bush firmerà un impegno ad aumentare gli sforzi per raggiungere l'obiettivo che l'Onu si è prefissata di dimezzare i casi entro il 2010. Nonostante a causa dei cambiamenti climatici l'estensione della malattia stia aumentando, la malaria non fa parte di quelle tropicali che potrebbero sbarcare anche in Europa, anche se qualche caso c'è stato anche da noi:''Nel nostro centro vediamo un centinaio di casi all'anno - spiega Carosi - che sono per il 60% dovuti a immigrati che arrivano in Italia e per il 40% da italiani che hanno viaggiato in territori a rischio. Qui da noi però non c'è pericolo di epidemie, perchè anche se abbiamo alcuni vettori per l'agente infettivo è molto difficile che ci sia una massa critica iniziale di virus sufficiente a innescare un'epidemia. I casi che abbiamo qui in Italia ci insegnano però che è una cosa di cui dobbiamo occuparci, anche se volessimo essere egoisti''.

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