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Dal Corriere della Sera: Ricetta elettronica, ma la rete è bucata

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/08/2008 10:45

Scenario del 2012, secondo le previsioni del sottosegretario al Welfare, Ferruccio Fazio: il signor Rossi va dal suo medico di famiglia, che lo visita e gli prescrive una cura.

Al posto della solita ricetta rossa su carta, il medico ne compila una al computer e la spedisce in formato digitale via Internet alla farmacia, dopo aver scelto la più comoda assieme al paziente. Per ritirare la medicina, il signor Rossi dovrà solo presentare in farmacia la tessera sanitaria elettronica (dotata di un microchip di memoria). Il farmacista inserirà la carta in un lettore collegato al Pc e potrà così accedere al fascicolo sanitario elettronico del paziente, visualizzando la ricetta. Così funzionerà in soldoni la «nuova» prescrizione online, nel percorso virtuoso della nuova sanità digitale che il Governo intende inserire nella prossima manovra finanziaria. Nuova, per modo di dire. Il sottosegretario Fazio ha rispolverato o, se si preferisce, rilanciato il progetto di «Strategia architetturale per la Sanità Elettronica », approvato il 31 marzo 2006, che ruota intorno al concetto- cardine del fascicolo sanitario elettronico e al nuovo Sistema informativo nazionale disegnato nel 2001.


Ogni assistito dovrebbe avere la sua storia clinica in formato digitale: esami, ricoveri, interventi chirurgici, cure seguite, farmaci prescritti, terapie in corso, patologie e allergie. Come si accede all'archivio? Le informazioni sanitarie, in realtà, restano depositate nelle memorie di ospedali, Asl, studi medici, laboratori e farmacie. Poi è il programma a ripescarli.
Il paziente può entrare nella sua cartella elettronica, con una smart card, cioè una tessera con un microchip, sul modello della tessera sanitaria distribuita in 12 milioni di copie in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e Sicilia (54 milioni, a luglio 2007, le tessere sanitarie distribuite in tutta Italia). Lo stesso dispositivo già consente in molte Regioni la prenotazione di esami e visite. I vantaggi del sistema informatizzato sono evidenti: scompare la carta e si evita di perdere tempo in coda agli sportelli o a far la spola tra uno studio medico e un laboratorio di analisi.
Dal punto di vista economico, gli esperti del Welfare parlano di un risparmio pari a circa il 10 per cento della spesa farmaceutica, che nel 2007 è stato di poco inferiore ai 15 miliardi. Senza contare la possibilità di potenziare così il monitoraggio della spesa pubblica e verificare se le cure sono appropriate.
Su tempi e modi per arrivare alla ricetta digitale e al fascicolo elettronico sanitario, restano parecchi dubbi. A partire da una questione in apparenza banale: la ricetta elettronica non ha valore giuridico e quindi occorre un provvedimento che glielo riconosca. Ancora: come è possibile aiutare gli anziani e chi non ha dimestichezza con i computer? «Bisogna prendere i dati del cittadino e incasellarli in modo opportuno — spiega Francesco Pinciroli, docente di Informatica Medica al Politecnico di Milano —. Penso a centri di assistenza sanitaria, come gli attuali Caf del Fisco: il cittadino va con radiografie, esami, ricette e quant'altro e i tecnici li inseriscono in rete». Altri punti deboli, a detta degli esperti, sono i tanti attori in gioco e un sistema informatico troppo frammentato. Della sanità elettronica si occupano tre ministeri: Salute, Economia e Innovazione, che finanziano iniziative diverse tra loro. I medici di medicina generale lamentano «seri problemi organizzativi », mentre Federsanità, associazione delle aziende sanitarie e dei Comuni chiede una «mappa precisa delle responsabilità. Cioè chi deve fare cosa». Ad oggi, solo Lombardia, Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia hanno messo in funzione sistemi sanitari informatici abbastanza avanzati ma che non «dialogano» tra loro. Abbondano invece i progetti-pilota: 25 quelli presentati al solo Forum nazionale Sanità futura di Cernobbio nel marzo scorso.
 

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