Lo scandaloso bubbone milanese denuncia quanto pestifero possa essere il mondo della nostra sanità. Reazioni di paura e sgomento si registrano tra sani (ci si augura di non ammalarsi mai) e malati (si affidano al santo protettore). Medici e infermieri reagiscono diversamente.
I più si augurano che la tempesta punisca i politici che gestiscono la sanità sistemando tesserati, cialtroni, ladri e cinici a comandare nel loro posto di lavoro. In «Camici e Pigiami, le colpe dei medici nel disastro della sanità italiana» (Laterza 1999) avevo definito una sorta di antropologia della specie medica e proposto una riflessione sui meccanismi che hanno condotto la sanità al disprezzo per il paziente. Lo scopo era di curare questa piaga. L'ospedale Gaslini ha reagito licenziandomi; l'ordine dei medici di Milano chiese che venissi radiato. Entrambi hanno perso. La forza dell'evidenza dà ragione a quanto scrissi. Il fatto è che, definite le regole per cui il SSN paga, è facile per speculatori e gestori assoldare laureati in medicina capaci di interpretarle per trarne il massimo profitto.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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