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Dal Corriere della Sera: Polmone, nuove conferme sul vaccino

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/08/2008 10:59

Un vaccino terapeutico arrivato all’ultima fase di sperimentazione, prima dell’immissione sul mercato, per ridurre il rischio di recidive nei malati con carcinoma non a piccole cellule. Un test del sangue utile alla diagnosi precoce di tumore nei fumatori.

E un nuovo farmaco che promette di migliorare la sopravvivenza dei malati di mesotelioma pleurico maligno. Sono alcune delle principali novità sulle neoplasie polmonari presentate al congresso della Società americana di oncologia (Asco), appena conclusosi a Chicago. «Gli sforzi dei ricercatori su questo tumore sono molteplici – commenta Filippo De Marinis, direttore della pneumologia oncologica I all’azienda ospedaliera San Camillo Forlanini di Roma – e questi studi ne sono una prova. Ma è importante ricordare che i dati preliminari vanno letti con prudenza, fino a quando le varie cure superano tutte le fasi di sperimentazione e vengono definitivamente approvate. Così come è bene tener presente che è fondamentale evitare i fattori di rischio, primo fra tutti il fumo di sigaretta. E che, ad oggi, i migliori risultati si ottengono, soprattutto quando la malattia viene scoperta in fase precoce, con l’intervento chirurgico seguito da cicli di chemioterapia, particolarmente efficace per questa neoplasia».IL VACCINO – Si chiama Mage-A3 ed è giunto alla fase III di sperimentazione (l’ultima) il vaccino contro il carcinoma polmonare non a piccole cellule, indirizzato a pazienti che abbiano già subito intervento chirurgico. Si tratta di un vaccino terapeutico, in grado contrastare la neoplasia dopo l’asportazione della lesione, rinforzando le difese immunitarie dell'organismo malato e riducendo il rischio di recidive future. Dopo i promettenti risultati ottenuti dai precedenti test clinici, giungono ora nuove conferme dalle analisi dei profili genetici in grado di predire la reazione immunitaria dei malati dopo la somministrazione del vaccino. Il Mage-A3 è basato su una proteina purificata e agisce addestrando il sistema immunitario a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali in maniera selettiva. Nella seconda fase dei test clinici si è registrata una riduzione del 27 per cento del rischio di recidiva della malattia nei pazienti con tumore al polmone non a piccole cellule (la forma di cancro polmonare più diffusa) ai quali era stato somministrato il vaccino dopo l'intervento.
Ma il Mage-A3 risulta particolarmente efficace nei soggetti con una determinata predisposizione genetica. La riduzione del rischio ha così raggiunto il 43 per cento nei malati nei quali erano stati precedentemente analizzati i geni-chiave per predire la risposta al trattamento.

Nell’ultima fase della sperimentazione, che sta per essere avviata, saranno coinvolti 2.270 pazienti positivi all’antigene tumorale Mage-A3, sui quali l’antidoto dovrebbe avere la massima efficacia.
Lo stesso vaccino è anche in sperimentazione contro il melanoma in fase avanzata, con risultati incoraggianti.

UN TEST PER LA DIAGNOSI PRECOCE - Semplici analisi del sangue per individuare il tumore al polmone nella sua fase iniziale e predire il rischio che un fumatore ha di ammalarsi di questa patologia nell’arco dei successivi due anni. Il test si basa sull’individuazione di una particolare «impronta genetica», che i ricercatori hanno riscontrato essere presente nelle persone che hanno poi sviluppato la neoplasia. Non è ancora una realtà, ma i risultati degli studi preliminari sul nuovo test - messo a punto dai ricercatori dell’Università di Colonia, guidati da Thomas Zander - sono molto incoraggianti. Il test, spiega Zander, «è risultato sensibile e capace di identificare il tumore al polmone in uno stadio molto precoce, negli individui fumatori, ma anche di predire il rischio di insorgenza per un periodo di due anni». Come? Utilizzando appunto l’impronta del Rna, l’insieme di molecole che aiuta il nostro Dna a produrre le proteine. In altre parole i ricercatori hanno individuato il «marchio genetico» che caratterizza i soggetti malati di tumore al polmone, comparando i linfociti del sangue di un gruppo di pazienti con quelli di un gruppo di individui sani. Individuati i geni-spia tumore, hanno quindi esaminato un campione di fumatori sani e, in alcuni di essi, hanno riscontrato la presenza degli stessi geni-spia. Proprio questi soggetti, nell’arco dei successivi due anni, hanno sviluppato nella maggioranza dei casi un tumore. Il grado di accuratezza del test, afferma Zander, è dell’88 per cento. Un risultato importante soprattutto alla luce del fatto che tuttora questo tipo di tumore è diagnosticato quando è già in fase avanzata e, quindi, le strategie terapeutiche risultano limitate.
Naturalmente, aggiungono i ricercatori, ulteriori studi sono necessari, anche se i primi risultati lasciano ben sperare.

UN NUOVO FARMACO - Colpire i vasi sanguigni che nutrono il tumore, risparmiando quelli sani e affamando la malattia. È il principio d'azione di Arenegyr, un nuovo farmaco anti-cancro, per ora ancora in fase sperimentale ma che secondo i ricercatori (è stato sviluppato da MolMed, l’azienda di biotecnologie del San Raffaele di Milano) promette di migliorare la sopravvivenza dei malati di mesotelioma pleurico maligno e del carcinoma del colon retto.
Il medicinale si trova attualmente nella fase II della sperimentazione, quella precedente alla verifica clinica su un alto numero di pazienti (fase III) per testarne l’efficacia e verificarne la non tossicità. Secondo i dati presentati a Chicago, su 53 malati di mesotelioma l’analisi preliminare ha mostrato un miglioramento della sopravvivenza complessiva e una sopravvivenza senza progressione di malattia quasi raddoppiata rispetto ai dati relativi alla miglior cura di supporto disponibile.
Per il carcinoma del colon retto, invece, secondo l’analisi preliminare su 43 pazienti c'è stato un miglioramento relativo della sopravvivenza complessiva a sei mesi pari al 50 per cento rispetto a quanto riportato in letteratura sulla migliore terapia di supporto.
 

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