Nomine politiche, lavoro sempre più precario e orari rigidi (anche dove la flessibilità è considerata virtuosa) spezzano le ali alle donne della sanità: sono ormai da tempo la maggioranza ma per loro la stanza dei bottoni rimane, ancora troppo spesso, chiusa.
Solo un primario su 10 è donna, nominato dal direttore generale a sua volta di stretta nomina politica, solo per citare uno degli ostacoli per la parità di merito e di genere. Solo le stesse donne medico a indicare queste strozzature del sistema, confermate dai dati del ministero. In commissione Affari Sociali della Camera è all'esame il testo per la riforma del governo clinico, con l'obiettivo dichiarato di escludere le ingerenza politiche: fra le proposte avanzate c'è anche quella della Cgil si inserire una donna nella commissione che dovrà indicare la rosa di nomi dei medici che saranno candidati a diventare primari. Nel Servizio Sanitario Nazionale infatti la presenza femminile è la maggioranza, intorno al 60 per cento circa, ma nella distribuzione dei ruoli le donne costituiscono, in base ai dati del 2007, il 33 per cento dei medici (erano il 30 per cento nel 2005) che lavorano nel SSN mentre superano il 73 per cento del personale infermieristico.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
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Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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