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Insediato l'Osservatorio contro la violenza agli operatori sanitari

Ministero della Salute Redazione DottNet | 13/03/2018 19:16

L’Osservatorio risponde ad una proposta dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli

Si è insediato, presso il Ministero della Salute, alla presenza del ministro Beatrice Lorenzin, l'Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni di tutti gli operatori sanitari. L’Osservatorio risponde ad una proposta dal presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli, e avrà il compito di raccogliere dati, di fare proposte per la prevenzione, per nuove norme di legge, per misure amministrative e organizzative. L'Osservatorio è presieduto dal Ministro della Salute e ne fanno parte il comandante dei Carabinieri del Nas, il coordinatore degli assessori alla sanità regionali, il presidente della Federazione degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, il presidente della Federazione degli infermieri, il presidente della Federazione nazionale ordini dei veterinari, il presidente della Federazione dei farmacisti, il direttore generale dell'Agenzia per i servizi sanitari regionali e i direttori generali della Prevenzione, della Programmazione e delle Professioni sanitarie del ministero.

L’Osservatorio insediatosi oggi – commenta il ministro Lorenzin – si pone importanti obiettivi: attivare un monitoraggio su tutti i livelli di sicurezza degli operatori sanitari, proporre misure concrete che li mettano in sicurezza negli ambiti di rischio - innalzando al contempo il loro livello di formazione rispetto alla gestione del rischio – e intervenire sugli aspetti organizzativi delle singole Asl, delle singole Regioni, perché spesso siamo di fronte a tematiche legate a problemi non solo sociologici ma anche organizzativi. Un’azione coordinata e corale, che mira a ridare prestigio e dignità alle professioni sanitarie, proteggendo e valorizzando il loro quotidiano indispensabile lavoro, al servizio, non va dimenticato, dei pazienti e di tutti i cittadini”.

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Dei 4000 casi di violenza sul luogo di lavoro registrati in un anno in Italia, più di 1200 riguardano operatori della sanità: all'interno di questo 30%, il 70% è contro professioniste donne, soprattutto dottoresse della guardia medica. Sono dati pesanti dell'Inail, portati dalla Fnomceo - e confermati dal Ministero della Salute - all'attenzione dell'Osservatorio permanente per la garanzia della sicurezza e per la prevenzione degli episodi di violenza ai danni degli operatori sanitari che, presieduto dal Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. "Più di tre episodi di violenza al giorno contro professionisti della sanità, due contro colleghe donne'' osserva il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli.

E anche quando la denuncia trova finalmente voce, rimane a volte inascoltata ''per poca sensibilità sul tema da parte delle autorità competenti, per inadeguatezze strutturali e organizzative difficili da sanare, per carenza di fondi''.    Tre le aree individuate come maggiormente a rischio di violenza: l'area territoriale, con i presidi di guardia medica, gli ambulatori, i servizi psichiatrici; quella ospedaliera, in particolare il pronto soccorso; quella veterinaria (servizi ispettivi, macelli, allevamenti).    A far scattare il meccanismo che accende il comportamento violento è, in generale, un'attesa del paziente non soddisfatta: una mancata priorità nell'accesso, una prescrizione di farmaci negata, una prestazione giudicata necessaria e urgente, una diagnosi o un referto sgraditi.    Prossima convocazione, l'undici di aprile. Ospiti dell'Osservatorio saranno, in quell'occasione, due medici donna che hanno recentemente denunciato una violenza.

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