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Dal Corriere della Sera: L'instancabile robot-anestesista

Medicina Generale Redazione DottNet | 01/08/2008 11:17

Computerizzata, la nuova apparecchiatura per l'anestesia può seguire interventi anche di 14 ore.
Un sistema automatico capace di somministrare l'anestesia e di monitorarla durante tutte le fasi di un intervento chirurgico è in sperimentazione in Francia. Sviluppato dai medici dell'Ospedale Foch di Parigi, che è anche capofila della sua prova sul campo, il macchinario punta ad agevolare il lavoro dei chirurghi, controllando l'anestesia e intervenendo al momento opportuno se occorre somministrare altri farmaci.
 

«Finora il robot è stato impiegato in oltre 500 interventi ed è andato tutto bene — spiegano Ngai Lui e Tierry Chazot, anestesisti dell'ospedale parigino — . Ha mostrato di funzionare ottimamente anche in operazioni lunghe e complesse, come quelle sul cuore o il trapianto del polmone». Il robot anestesista, infatti, può seguire interventi che durano anche 14 ore.
«Il sistema unisce due macchinari già utilizzati in chirurgia e diffusi anche nel nostro Paese — spiega Antonio Braschi, direttore dell'Unità di anestesia e rianimazione del Policlinico San Matteo di Pavia — . Il primo permette di monitorare, durante l'intervento, lo stato di coscienza del paziente, integrando i dati dell'elettroencefalogramma (che rileva le onde cerebrali) con quelli dell'elettromiogramma (che tiene sotto controllo l'attività dei muscoli). Il secondo invece somministra l'anestesia attraverso siringhe azionate direttamente da un computer, cui sono stati precedentemente forniti i parametri chiave per determinare il dosaggio, ad esempio il peso corporeo e l'altezza».

«L'idea di automatizzare l'intera procedura, costruendo una macchina capace di eseguire entrambi i compiti, è nata dalla necessità di ottenere un controllo più preciso dell'anestesia. Gli studi scientifici mostrano che in una proporzione variabile dall' uno ai dieci casi per mille, i pazienti rimangono in parte coscienti durante l'intervento » aggiunge Marc Fischler, direttore del reparto di anestesiologia dell'Ospedale Foch e ideatore dell'apparato. Con conseguenze quali insonnia, incubi, irritabilità, angoscia e, nei casi più gravi, la cosiddetta sindrome post traumatica da stress, un grave malessere psicologico di cui soffrono i reduci di guerra.
Nei bambini, poi, i casi di risveglio intraoperatorio sono più comuni (stando a ricerche recenti, anche 8 volte più frequenti), sebbene uno studio condotto all'Ospedale universitario di Ginevra, pubblicato sulla rivista specializzata Anaesthesia, riveli che nei più piccoli le conseguenze a lungo termine sono meno importanti che negli adulti.

«Il problema dei risvegli intraoperatori nasce dal fatto che oggi l'anestesia si avvale di tre classi di farmaci che, iniettati in sequenza, hanno il compito di indurre il sonno, rendere il paziente insensibile al dolore e bloccare i riflessi dei muscoli — riprende Braschi —. Somministrare i tre farmaci nelle dosi necessarie non è semplice e accade che si ottengano una perfetta analgesia, un ottimo controllo dei riflessi muscolari, ma che la perdita di coscienza non sia completa».
Finora, nelle operazioni eseguite con il robot non si sono verificati casi di questo tipo. «Non solo — aggiungono Lui e Chazot — ; il controllo automatico dell'anestesia permette ai chirurghi di avere le mani più libere e, quindi, di concentrarsi meglio sull'intervento che stanno eseguendo».
Per questo motivo, i francesi sono convinti che il robot anestesista si diffonderà rapidamente anche al di fuori della Francia (è già stato acquistato da un ospedale di Bruxelles, da uno di Berlino e da due centri nella Nuova Caledonia).
«Personalmente, non ne sono così convinto — conclude l'esperto italiano — . Anche se avere le mani più libere per i medici è un vantaggio, il metodo che usiamo oggi funziona già piuttosto bene. Bisogna poi fare attenzione ad automatizzare troppo le procedure. L'anestesia è un momento delicato dell'intervento chirurgico e un anestesista deve saperla eseguire anche senza l'ausilio delle macchine, che possono andare incontro a malfunzionamenti».
Dove si sperimenta
Il nuovo sistema è in studio anche a Berlino e a Bruxelles
I vantaggi
Il controllo automatico permette ai chirurghi di concentrarsi sull'intervento Alta tecnologia Le due attrezzature per monitorare lo stato di coscienza del paziente e per somministrare l'anestesia con siringhe azionate direttamente da un computer
 

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