Poche strutture dedicate: 0,66 per 250.000 residenti; pochi medici specialisti dedicati: 1,2 per 250.000 residenti; diversità di denominazioni, servizi eterogenei e risorse economiche scarse. E’ questo il quadro d’insieme che emerge dal Libro Bianco della NOPAIN Onlus Associazione Italiana per la cura della Malattia Dolore (www.nopain.it), il primo studio realizzato nel nostro Paese sulle Strutture di Terapia del Dolore per il dolore cronico non neoplastico, presentato a Milano.
Una Struttura di Terapia del Dolore è quella dedicata alla diagnosi e alla cura di tutte le sindromi dolorose, oltre che alla ricerca clinica scientifica e allo sviluppo della tecnologia. Il livello di complessità organizzativa di ogni singola struttura dovrebbe consentirne una caratterizzazione e una classificazione della stessa secondo livelli di cura erogati in modo incrementale (I livello, II livello, III livello). La prescrizione di farmaci analgesici non è sinonimo di Struttura di Terapia del Dolore, ma può e deve essere effettuata da qualsiasi laureato in Medicina e Chirurgia. Le Cure Palliative nascono nei Paesi anglosassoni e sono modelli di cura domiciliari con caratteristiche socio-assistenziali dedicate prevalentemente al trattamento dei segni e sintomi presenti nelle persone con patologie terminali in fase avanzata di malattia. E’ necessario un passaggio culturale, formativo, informativo ed educativo oltre che di investimenti in modelli organizzativi con risorse adeguate per allineare il trattamento, di oltre 10 milioni di Italiani che soffrono di sindromi dolorose inutili, ai servizi offerti da altri paesi avanzati della Comunità Europea. Il dolore cronico è cosa diversa dalle Cure Palliative di fine Vita e in Italia non è ancora oggi adeguatamente trattato. Le ragioni sono diverse, tra le quali anche la scarsa percezione del valore del controllo del parametro vitale dolore da parte del paziente. Una diagnosi corretta e tempestiva, seguita da un’appropriata terapia possono incidere in modo determinante sugli esiti del dolore cronico, ovvero sull’outcome del paziente, è determinate il fattore tempo nella diagnosi oltre che nelle cure per migliorare la qualità di vita delle persone e cercare di ridurre l’imponente incidenza sui costi sociali diretti ed indiretti che le sindromi dolorose non trattate in modo adeguato determinano. Questa indagine descrittiva svolta secondo standard qualitativi e riferimenti normativi internazionali per la classificazione secondo livelli di cura delle strutture italiane denominate Terapia del Dolore e/o similari, ha coinvolto complessivamente 158 strutture pubbliche e private convenzionate, operanti in Italia, di cui 133 in grado di trattare tutte le sindromi dolorose e 25 solo una o più sindromi dolorose benigne. Non sono state oggetto di studio 26 strutture che trattano solo sindromi dolorose oncologiche.
Dall’indagine emerge che su scala nazionale risultano 0.66 strutture totali di Terapia del Dolore per 250.000 residenti ma solo 0.22 strutture avanzate di III livello per 250.000 residenti. Nelle strutture esaminate operano complessivamente solo 289 medici dedicati, 1,21 per 250.000 residenti. L’indagine, i cui risultati e le cui modalità di raccolta delle informazioni sono state certificate dalla società SPC Srl di Milano, ha evidenziato inoltre una marcata disomogeneità dei servizi offerti ai pazienti ai vari livelli, sia in termini di caratteristiche organizzative, interveti erogati, risorse a disposizione, sia per le denominazioni adottate dalle medesime strutture. La variegata denominazione non è solo una problema di forma ma anche di contenuti spesso contrastanti che sicuramente non agevola l’orientamento delle persone bisognose di cura, né favorisce la creazione di percorsi di cura ed assistenziali specifici. Ricorre la denominazione terapia del dolore (per 43 strutture), terapia antalgica (per 29 strutture), cure palliative (per 19 strutture), medicina del dolore (per 8 strutture), algologia (per 3 strutture) e medicina del benessere (per 2 strutture). Altre espressioni utilizzate sono fisiopatologia e terapia del dolore, riabilitazione delle sindromi dolorose, terapia del dolore e osteopatia, centro studi del dolore. Delle 158 strutture complessivamente analizzate – 130 pubbliche e 28 private – 53 sono di terzo livello (il più avanzato) ma di queste, solo 10 raggiungono il punteggio massimo di classificazione, 35 di secondo livello e 70 di primo livello, il più elementare. A livello regionale, numericamente la Lombardia è la prima regione con 25 strutture complessive di cui 8 di III livello, seguita da Piemonte con 17 complessive di cui 5 di III livello e Campania con 15 complessive di cui 5 di III livello. Invece la distribuzione delle strutture sia complessive (0.99) per 250.000 residenti e sia di III livello (0.50) sempre per 250.000 residenti risulta più elevata nella regione Trentino Alto Adige. La Specializzazione prevalente dei medici presenti nelle Strutture di Terapia del Dolore è Anestesia e Rianimazione. “L’intento dell’indagine condotta è di informare la pubblica opinione su queste problematiche, di sensibilizzare i professionisti e le istituzioni ad un’analisi del problema e dei vantaggi economici e sociali che derivano da un trattamento coordinato del dolore cronico” ha spiegato Paolo Notaro, Presidente NOPAIN Onlus.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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