Federica Facciotti, immunologa dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano: "Gli studi clinici pubblicati ad oggi in pazienti con Colite ulcerosa lieve-moderata trattati con trapianto di microbiota hanno mostrato una buona efficacia clinica"
Negli ultimi anni è emersa la stretta correlazione tra la composizione della microflora intestinale e il diffondersi delle malattie infiammatorie croniche intestinali (MICI). Diversi studi in tutto il mondo hanno dimostrato come pazienti affetti da MICI possiedono una microflora molto diversa rispetto a persone sane e che questa alterazione possa essere direttamente collegata allo sviluppo della malattia. Per questo motivo si è ipotizzato che riportare la composizione microbica alterata ad una situazione più simile a quella di una persona sana potesse avere un effetto benefico sulla malattia.
UN TRAPIANTO DI FECI CONTRO LE MICI - "Il trapianto di microbiota ha proprio questa finalità - spiega Federica Facciotti, immunologa dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, responsabile del laboratorio di Immunologia Mucosale, autrice dello studio assieme a Flavio Caprioli - quella di ristabilire una microflora sana in pazienti affetti da MICI.
IL CONGRESSO - Oltre cinquecento gli specialisti partecipanti, provenienti da tutta Italia, hanno trattato questo e altri temi a Firenze, durante il IX Congresso Nazionale IG-IBD (Italian Group for the study of Inflammatory Bowel Disease, ossia Gruppo Italiano per lo studio delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), organizzato dalla società scientifica IG-IBD. presso il Convitto della Calza.
CHI POTRA' GIOVARSI DEL TRAPIANTO? - Il trapianto fecale di microbiota (FMT) si basa sul trasferimento del materiale delle feci da un donatore sano ad un paziente affetto da MICI. Il metodo di somministrazione è la colonoscopia: in questo modo il trapianto di feci raggiunge esattamente il tessuto che deve essere ricolonizzato con la flora intestinale sana. Il trapianto di feci, quindi, si prefigge di cambiare la composizione, da quella sbagliata a quella sana e benefica.
"In questo momento il trapianto di microbiota viene utilizzato per riequilibrare la microflora intestinale in pazienti con infezioni ricorrenti e resistenti a trattamenti antibiotici, per esempio infezioni da Clostridio Difficile - aggiunge la Facciotti - Il nostro studio ha mostrato molto chiaramente la stretta relazione tra il tipo di batteri presenti nell’intestino con la loro funzione benefica e quindi con la risoluzione dell’infiammazione intestinale. Questi risultati, ottenuti in modelli preclinici, dovranno essere confermati nei pazienti con colite ulcerosa. Tali dati, che potrebbero arrivare entro il 2021, potranno fornire delle informazioni importanti per decidere quali pazienti possano beneficiare o meno del trapianto di microbiota, non solo nei pazienti affetti da MICI".
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