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Il ruolo e i vantaggi della salificazione del magnesio con anione pidolato

Medicina Generale Redazione DottNet | 02/07/2019 10:08

I vantaggi del magnesio pidolato nella prevenzione e nel trattamento di numerosi disturbi

Il magnesio è il quarto minerale più abbondante nell’essere umano e contribuisce ad una grande varietà di processi fisiologici all’interno dell’organismo. È cofattore per oltre 300 reazioni enzimatiche, ed è fondamentale per il metabolismo dell'adenosina trifosfato (ATP).1

La concentrazione di magnesio disponibile nell’organismo è correlata al mantenimento di un equilibrio dinamico tra le riserve presenti nell’osso, l’assorbimento a livello intestinale e l’eliminazione a livello renale.2

La carenza di magnesio è associata ad astenia, crampi e in casi più severi ad una serie di malattie croniche, come ad esempio il morbo di Alzheimer, l'insulino-resistenza e il diabete mellito di tipo 2, l’ipertensione, le malattie cardiovascolare (es: ictus), l’emicrania e il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD).1

All’interno del panorama dei diversi “magnesi” presenti sul mercato è possibile fare una grossa distinzione sulla base del composto associato alla molecola di magnesio nella formulazione del pordotto finale. Tra questi il magnesio pidolato, composto da magnesio e anione pidolato, è una salificazione che favorisce l’ingresso del magnesio a livello intracellulare. Dopo l’ingestione infatti, i sali di magnesio passano attraverso la barriera acida dello stomaco, attivando un processo di ionizzazione e legandosi con gli ioni presenti nel succo gastrico. Diversi studi hanno evidenziato come i “magnesi” organici (pidolato, aspartato, citrato) siano caratterizzati da una migliore biodisponibilità rispetto ai magnesi inorganici legati a composti quali ossidi, idrossidi, solfati e carbonati.2

Uno studio eseguito su pazienti affetti da morbo di Crohn ha dimostrato che il magnesio legato ad un sale organico è assorbito più in fretta e in quantità maggiori rispetto al magnesio ossido. Questo dato suggerisce inoltre che una parte del magnesio chelato viene assorbita intatta, probabilmente attraverso recettori specifici. La ragione di tale differenza sembra risiedere nel fatto che il magnesio legato ad un vettore organico venga assorbito anche attraverso specifici pathway come, ad esempio, quelli dei dipeptidi. Una volta giunto a livello intestinale il magnesio viene assorbito tramite due vie principali:

  • diffusione passiva, basata sulla presenza di canali paracellulari
  • diffusione facilitata attraverso le proteine di trasporto TRPM6 e TRPM7

 Esiste però un terzo processo di assorbimento: l’anione presente nel magnesio pidolato è in grado di favorirne l’ingresso a livello intracellulare, sfruttando un pathway di assorbimento specifico, funzionando da vettore per l’ingresso del magnesio. La presenza di tale meccanismo di assorbimento spiega, le osservazioni riguardanti la rapida comparsa del picco ematico, stimata in 60- 90 minuti post assunzione di pidolato di magnesio.2

Gli effetti della migliore biodisponibilità a livello intracellulare del pidolato di magnesio sono stati evidenziati in uno studio cross over su 9 volontari sani. I soggetti sono stati trattati con un flaconcino di magnesio pidolato o magnesio solfato per 3/die p.o. per 30 gg, con 45 gg di wash-out tra i due trattamenti. Il magnesio pidolato ha dimostrato un miglior effetto, aumentando in maniera significativa i livelli di magnesio eritrocitario dei soggetti trattati. Questo dato è stato successivamente confermato in una serie di studi su pazienti affetti da anemia falciforme.2

Per completare il profilo farmacocinetico, un recente studio del Dipartimento di Scienze Biomediche e Cliniche “Luigi Sacco” dell’Università di Milano ha messo in evidenza l’importante ruolo che il magnesio ha nella modulazione della permeabilità della barriera emato-encefalica.3

Il gruppo di studio ha dimostrato che alte concentrazioni di sali di Mg riducono la permeabilità della barriera e consentono l'accumulo di Mg a livello encefalico.3

Pertanto un'alta concentrazione di sali di Mg potrebbe essere usata per prevenire l'accumulo di molecole tossiche a livello celebrale. Nella ricerca inoltre sono stati messi a confronto il magnesio pidolato e il solfato di magnesio ed è emerso che il primo tende ad attraversare maggiormente la barriera emato-encefalica.3

Lo studio è stato presentato al XV simposio internazionale sul magnesio “MAGNESIUM IN HEALTH AND DISEASE” tenutosi a Bethesda nel marzo 2019.3

Bibliografia:

1.U.Gröber et al. Magnesium in Prevention and Therapy. Nutrients 2015, 7, 8199-8226; doi:10.3390/nu7095388

2.P. Martelletti . Dipartimento di Medicina Clinica e Molecolare, Sapienza Università di Roma. Editoriale: Magnesio pidolato e cefalee. Giornale delle Cefalee, Anno XIII • N. 1 • Marzo 2017

3.V.Romeo et al. XV International Magnesium Symposium “MAGNESIUM IN HEALTH AND DISEASE”Bethesda, NIH – USA, March 20-22, 2019

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