Studio australiano dimostra come diversi zuccheri complessi sulla cartilagine dell'osteoartrite siano associati ai tessuti danneggiati
Potrà passare attraverso l'analisi degli zuccheri complessi la lotta all'osteoartrite. Usando una spettrometria di massa, infatti, gli studiosi dell'Università dell'Australia Meridionale hanno dimostrato come diversi zuccheri complessi sulla cartilagine dell'osteoartrite siano associati ai tessuti danneggiati. La scoperta, secondo gli studiosi, potrà aiutare potenzialmente a superare una delle principali sfide della ricerca sulla malattia, identificando il motivo per cui la cartilagine si degrada a velocità diverse nel corpo. I biomarcatori esistenti dell'osteoartrite sono ancora in gran parte focalizzati sui fluidi corporei che non sono, spiegano, né affidabili né sufficientemente sensibili per mappare tutti i cambiamenti nel danno cartilagineo.
Infiltrazioni con antinfiammatori e acido ialuronico, PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e cellule mesenchimali: trattamenti mini invasivi per trattare l’artrosi da lieve a moderata, e ridurre il dolore
Fusco: "Lo studio della osteonecrosi della mandibola e delle ossa mascellari superiori correlata a farmaci è tuttora un oggetto di grande interesse per molti medici, chirurghi, professionisti della salute del cavo orale e ricercatori italiani"
A confermarlo per fare chiarezza, il Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT, Alberto Momoli, Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza
Il trattamento non ha comportato una minore incidenza di fratture cliniche rispetto al placebo
Infiltrazioni con antinfiammatori e acido ialuronico, PRP (Plasma Ricco di Piastrine) e cellule mesenchimali: trattamenti mini invasivi per trattare l’artrosi da lieve a moderata, e ridurre il dolore
A confermarlo per fare chiarezza, il Presidente della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia, SIOT, Alberto Momoli, Direttore UOC Ortopedia e Traumatologia, Ospedale San Bortolo, Vicenza
Pubblicato su Advanced Materials lo studio dell’Istituto Mario Negri in collaborazione con il Politecnico di Milano
Il trattamento non ha comportato una minore incidenza di fratture cliniche rispetto al placebo
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