Sempre maggiore l’evidenza di correlazione tra carenze nutrizionali e rischio di malattia di Alzheimer. In pazienti affetti da tale patologia può essere riscontrabile una carenza specifica di macro- e micronutrienti come acidi grassi omega-3, vitamina B ed antiossidanti come vitamina E e vitamina C.
Studi recenti effettuati su sistemi cellulari o modelli animali sostengono l’ipotesi che componenti nutrizionali siano in grado di neutralizzare funzioni dei processi neurodegenerativi e patologici a livello cerebrale. E’ stato inoltre dimostrato che alcuni componenti nutrizionali possano efficacemente stimolare la formazione delle membrane e la formazione di sinapsi e migliorare il comportamento e la salute cerebrovascolare. Studi sperimentali in modelli animali supportano il sinergismo tra componenti nutrizionali e plasticità e funzionalità cerebrale. La capacità di stimolare la formazione di sinapsi e ridurre effettivamente la neuropatologia nella malattia di Alzheimer in modelli preclinici, fornisce solide basi per poter predire il potenziale modificarsi del processo patologico durante la malattia di Alzheimer, in particolare durante le fasi iniziali della malattia.
In Italia, si stima che la prevalenza dei soggetti osteoporotici over 50 corrisponda al 23,1% nelle donne e al 7,0% negli uomini (International Osteoporosis Foundation)
Chirurgia mini-invasiva e robotica le armi contro la stenosi del canale lombare
Potrebbe essere sfruttato come base di terapia per l'osteoporosi e per aiutare a guarire le fratture ossee
In uno studio su animali pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine il peptide, Pepitem, ha garantito la formazione di nuovo osso sano in topolini con problemi di osteoporosi
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