Essere mamma, o non avere ancora avuto a che fare con biberon e pannolini, può fare la differenza contro gravi malattie reumatiche come spondilite anchilosante, artrite psoriasica e artrite reumatoide. Parto e gravidanza possono 'mascherare' queste patologie e posticipare la comparsa dei primi sintomi. Risultato: le madri arrivano alla diagnosi più di 5 anni dopo rispetto alle donne senza bimbi, in media a 31,2 anni invece che a 26. E' il calcolo di un gruppo di scienziati norvegesi che al congresso annuale dell'Eular (Lega europea contro i reumatismi), a Copenhagen, ha presentato uno studio sul tema. Una ricerca retrospettiva condotta su 557 donne dai 18 ai 45 anni, che avevano preso parte a un trial sui farmaci contro le malattie reumatiche.
Studi precedenti hanno rilevato che la gravidanza rappresenta un fattore protettivo contro lo sviluppo dell'artrite reumatoide, ma l'indagine del team di Marianne Wallenius, dell'Università norvegese di scienza e tecnologia, ha preso in considerazione le patologie
reumatiche in generale. Evidenziando non solo l''effetto pancione' sui sintomi della malattia già diagnosticata, ma anche sui tempi della diagnosi stessa. Com'e' noto, ricorda Wallenius, "alcuni sintomi dell'artrite reumatoide possono attenuarsi durante la gravidanza. Ma il nostro studio - precisa - indica che la gravidanza e il parto possono ritardare l'esordio stesso di queste patologie". E continuando a 'scavare' nei complicati rapporti tra processi riproduttivi della donna ed epidemiologia delle malattie reumatiche, e' convinta l'esperta, potrebbero emergere nuove sorprese.
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