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Usa, nuove regole per le staminali. Più facile la ricerca

Medicina Generale Redazione DottNet | 07/07/2009 22:56

Già da oggi le cellule staminali embrionali custodite nei laboratori statunitensi saranno disponibili per la ricerca medica, grazie alla quale sarà possibile cercare cure a malattie come la sclerosi laterale amiotrofica o il male di Lou Gehrig. E' l'effetto immediato delle nuove regole, entrate in vigore grazie a una direttiva del Nih, l'istituto nazionale della salute, incaricato dal governo di tradurre l'ordine esecutivo firmato dal presidente Barack Obama nel marzo scorso.

 Queste linee guida confermano quanto annunciato dal presidente già in campagna elettorale, cioè l'azzeramento dei limiti del finanziamento pubblico alla ricerca, e sanciscono una svolta radicale rispetto alla politica dell'amministrazione Bush. In realtà, negli otto anni di governo repubblicano, la ricerca non era stata formalmente proibita, tuttavia limitando al minimo l'utilizzo di fondi statali, era stata relegata al solo settore privato. Grazie a Obama, invece, gli Usa riprendono la strada dello studio delle cellule embrionali, ma lo fanno in modo responsabile ed entro limiti precisi dal punto di vista etico. La legislazione americana, infatti, continua a vietare la produzione di nuovi embrioni per esclusiva finalità di ricerca. Il testo tiene in conto di molte degli argomenti sviluppati in quasi dieci anni di dibattito acceso su come utilizzare al meglio queste cellule. Anche la concessione dei fondi pubblici sarà controllata in modo molto approfondito: ''Faremo un'analisi molto attenta, vagliando caso per caso'', assicura il direttore del Nih, Raynard Kington.

Soddisfatta quindi la comunità scientifica, ma anche chi si occupa del rapporto tra scienza e etica: ''Quello di oggi è un enorme passo avanti. Queste nuove regole permetteranno grandi avanzamenti sul piano scientifico ma anche su quello etico'', commenta Alta Charo, una professoressa di Bioetica all'Università del Wisconsin, citata dal Washington Post. Opposta l'opinione della Chiesa cattolica, ovviamente anche di quella americana, da sempre contraria a ogni tipo di ricerca sugli embrioni. ''Per la prima volta nella storia - protesta Richard Doerflinger, della Conferenza episcopale americana - il governo federale incoraggerà la distruzione di vite umane al primo stadio della loro vita per avviare ricerche finanziate dal governo stesso. Queste nuove regole incoraggiano gli studiosi di lavorare alla distruzione di embrioni a spese delle tasse dei cittadini.
Tutti noi - conclude - siamo stati embrioni e ognuno di loro ha in sè la potenzialità di diventare un essere umano''.
Le nuove regole rimuovono i limiti imposti da George W.Bush ai finanziamenti federali che hanno relegato la ricerca al solo settore privato decisi dall'ex presidente il 9 agosto 2001 e ribaditi il 20 giugno 2007. Per colpa di queste limitazioni, la ricerca americana si è fermata in tutti questi anni allo studio di appena una sessantina di ''linee'' di staminali. Con queste nuove regole si potrà invece lavorare anche su staminali esistenti prima del 9 agosto 2001 che ammonterebbero, secondo stime autorevoli, a diverse centinaia. - Precisi limiti etici: La legislazione americana continua a vietare la creazione di embrioni per finalità di ricerca. Le nuove regole ribadiscono una netta contrarietà anche a ogni programma che punti alla clonazione umana, definita più volte dallo stesso Obama una pratica ''pericolosa e profondamente sbagliata''. Lo stesso istituto (Nih) vaglierà in modo approfondito ''caso per caso'', al momento di concedere i fondi, se ogni singolo programma di ricerca osserverà questi parametri. Limiti precisi anche per quanto riguarda i donatori: tutti saranno informati e nessuno potrà ricevere soldi o altre agevolazioni. Stessa storia per i laboratori di ricerca che non potranno in alcun modo fornire vantaggi ai donatori di embrioni. Le linee guide prevedono, inoltre, la creazione di un registro nazionale per monitorare continuamente ogni programma di ricerca approvato. La creazione di questo registro punta a eliminare definitivamente il problema dei singoli istituti di ricerca, perennemente in lotta tra loro, per stabilire quali dei loro programmi siano in linea o meno alle regole federali.
 

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