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Studio, per 'fegato grasso' eccesso batteri intestinali sotto accusa

Gastroenterologia Federica Zappa | 10/07/2009 17:23

La quantità di batteri che vivono nel nostro intestino e il grado di permeabilità dell'intestino stesso, possono contribuire allo sviluppo della steatosi epatica, meglio conosciuta come 'fegato grasso'.
 

È questo il risultato di uno studio pubblicato sulla rivista dell'Associazione americana per lo studio delle malattie del fegato Hepatology. Alla ricerca ha preso parte un team di specialisti dell'Istituto di medicina interna e geriatria dell'università Cattolica di Roma.Già altre ricerche avevano suggerito che la flora batterica intestinale potesse giocare un ruolo nella 'malattia del fegato grasso non alcolico o steatosi epatica. E così un gruppo di ricercatori, guidati da Antonio Grieco, ha studiato la permeabilità dell'intestino in 35 pazienti con 'fegato grasso' e ha confrontato i risultati sia con quelli ottenuti su 27 pazienti affetti da celiachia all'esordio, un tipo di pazienti predisposti a problemi intestinali, sia con quelli di 24 volontari sani. "Per verificare la gravità del danno epatico nei pazienti affetti da steatosi abbiamo effettuato una biopsia- spiega Grieco - mentre abbiamo valutato il livello di contaminazione batterica intestinale degli stessi pazienti attraverso il test del respiro (breath test) dopo assunzione di glucosio. Con altri esami abbiamo quantificato la permeabilità intestinale e l'integrità delle giunzioni intracellulari dell'intestino tenue che è indice, appunto, della permeabilità. Il test del respiro con glucosio è molto ingegnoso che consiste nel far assumere uno speciale zucchero dal paziente, per poi misurare a intervalli regolari, attraverso il suo respiro, la quantità di idrogeno prodotta che è legata alla quantità di batteri che metabolizzano lo zucchero. ""La scoperta principale di questo studio -aggiunge Grieco - è che sia la permeabilità intestinale, sia l'anomala concentrazione della flora batterica nell'intestino tenue sono maggiori nei pazienti affetti da steatosi epatica e sono correlate con la gravità della patologia.

La distruzione delle giunzioni intercellulari potrebbe spiegare la maggiore permeabilità di questi pazienti". I ricercatori ipotizzano anche che l'eccesso di flora intestinale e l'aumento di permeabilità associato a questa potrebbero causare la steatosi. L'idea è suffragata da ricerche sui topi e dai lavori sperimentali secondo i quali i probiotici sono in grado di migliorare la steatosi provocata da una dieta ricca di grassi. "Ci sono diverse ipotesi in campo per spiegare come mai questi batteri intestinali possono facilitare l'accumulo di grasso nel fegato", spiega Luca Miele, coautore dello studio."Per esempio - continua- attraverso la produzione di tossine, oppure interferendo con la sintesi delle lipoproteine, che sono fondamentali nella mobilizzazione del grasso. Ci vorranno nuovi studi per determinare l'esatta relazione di causa fra questi due elementi, e queste conoscenze potrebbero portare a terapie nuove per la steatosi che puntino a modificare il microbiota, ovvero l'ecosistema intestinale".Proprio quello che si aspettano i due autori dell'editoriale che commenta lo studio, Elisabetta Bugianesi ed Ester Vanni dell'università di Torino. Secondo loro, sono proprio le terapie che si concentrano sullo stile di vita le migliori per i pazienti affetti da steatosi. Manipolare la flora intestinale attraverso antibiotici, prebiotici e probiotici potrebbe aiutare a controbilanciare l'effetto di diete sbilanciate nelle malattie metaboliche.
 



 

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