La creazione di una rete per l'accesso alle cure palliative e alle terapie del dolore, e la semplificazione dell'accesso ai farmaci contro il dolore. Sono le principali novità della legge approvata mercoledì in prima lettura alla Camera, con il voto unanime di maggioranza e opposizione. Un testo di iniziativa parlamentare che, come ha sottolineato il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, ''colma un vuoto'' legislativo. E mira a rendere le cure palliative un diritto per tutti, di cui ci si può avvalere in maniera omogenea sul territorio nazionale. Il sì dell'opposizione arriva dopo che, a luglio, il governo ha stanziato nuove risorse, superando le ultime perplessità. Ma alcuni miglioramenti sono ancora possibili, secondo il Partito democratico, che al Senato chiederà ulteriori fondi e il riconoscimento della ''specialità'' per i medici operativi nella terapia del dolore. Ecco in sintesi il contenuto dei 12 articoli della legge.
CURE PALLIATIVE E TERAPIA DEL DOLORE - Sono ''cure palliative'' l'insieme degli interventi finalizzati al benessere dei malati terminali, per i quali le cure non servono più ai fini della guarigione. Le ''terapie del dolore'' sono invece quelle applicate alle ''forme morbose croniche'' e servono al controllo del dolore.
RETE TERRITORIALE - Per assicurare le cure palliative e le terapie del dolore, che sono inserite nel piano sanitario nazionale come obiettivo prioritario, viene istituita su base regionale una apposita ''rete''. La rete, che deve essere omogenea a livello nazionale, è costituita dall'insieme delle strutture sanitarie, sia ospedaliere che territoriali, e assistenziali, nonchè delle figure professionali, che provvedono all'erogazione delle cure.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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