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Un milione d’italiani a rischio artrosi. Istituito il registro delle protesi d’anca

Ortopedia | 09/11/2009 19:48

Giovani e sportivi ma a rischio di artrosi precoce. Nonostante l'età e l'attività fisica sarebbero un milione i giovani italiani che, a causa di una malformazione a livello dell'articolazione dell'anca, rischiano di soffrire prematuramente di dolori intensi al bacino. A denunciarlo sono stati i massimi esperti ortopedici riuniti a Milano in occasione del 94/o Congresso Nazionale della Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (Siot).

In occasione dell'incontro, inoltre, è stato presentato il Registro Nazionale delle protesi d'anca che partirà nel 2010 e sarà coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità (Iss) insieme alla Siot e finanziato dal Ministero della Salute. Secondo gli esperti della Siot, una leggera malformazione dell'articolazione dell'anca porterebbe a sviluppare artrosi in giovane età e il processo sarebbe accelerato in chi pratica attività sportiva. Lo sport, dunque, contribuirebbe a far emergere prima e con maggior rilievo il problema, tanto che il 70% dei pazienti trattati è un giovane sportivo, ma la condizione è diffusa tra molti italiani. Un sintomo classico e' il dolore all'inguine o ai glutei che si manifesta dopo l'esercizio fisico o gesti semplici come accavallare le gambe o chinarsi per allacciarsi le scarpe.

''Il sospetto - ha dichiarato Marco d'Imporzano, direttore del Dipartimento di Ortotraumatologia dell'Istituto Pini di Milano - deve essere confermato dalla radiografia, necessaria per la diagnosi''. Per trattare il problema si può fare un intervento in artroscopia. ''Si tratta - ha spiegato d'Imporzano - di rimodellare l'articolazione per eliminare le malformazioni che la logorano''. Un intervento che ''è possibile solo se la diagnosi e' stata tempestiva - ha concluso l'esperto - in modo da prevenire la comparsa precoce di artrosi evitando l'impianto di una protesi in un paziente ancora giovane''.
Dal 2010, inoltre, partirà la raccolta dei dati, a livello nazionale, sugli impianti di protesi d'anca. Si tratta del Registro Nazionale nel quale confluiranno inizialmente le tre regioni già dotate di un registro (Lombardia, Emilia Romagna e Puglia) a cui si affiancheranno Piemonte, Province Autonome di Trento e Bolzano, Veneto, Toscana, Marche, Basilicata e Sicilia. La raccolta dei dati si baserà sulle schede di dimissione ospedaliera con informazioni aggiuntive che confluiranno a un Centro di riferimento regionale e da qui all'Iss. L'obiettivo è di realizzare un 'censimento' di tutto ciò che viene impiantato con informazioni sul paziente, sull'intervento e sul dispositivo impiantato. ''A partire da questi dati si potrà fare un'analisi di sopravvivenza degli impianti e anche rintracciare i pazienti nel caso di problemi come avviene per i Registri già attivi in altri Paesi'', ha spiegato Marina Torre, coordinatrice del progetto presso l'Iss. Successivamente, ''alla raccolta dei dati sarà affiancata - ha concluso Torre - una valutazione della qualità della vita delle persone sottoposte a impianto''.

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