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Aids, in Italia più casi ma meno decessi

Medicina Generale | 18/11/2009 19:16

Più casi, ma meno decessi per Aids: è in lieve aumento in Italia il numero dei casi annui di positività all'Hiv, ma è drasticamente diminuita la probabilità di morire.

''In Italia vi sono 4 mila nuovi casi ogni anno e il totale degli Hiv positivi è di 140mila - ha riferito il prof.Enzo Raise, direttore di Malattie infettive degli ospedali di Venezia al 23/o congresso nazionale su Aids e sindromi correlate in corso a Mestre -. In Veneto nel 2008 i nuovi casi sono stati 348, mentre l'anno precedente si erano fermati a 320. Oggi la probabilità di morire di una persona infetta è inferiore all'1%, mentre nel '96 era del 98%, e questo mostra quanto è stato veloce il processo della scienza''. Ma il 70% dei pazienti non è cosciente della propria infezione, ha spiegato Raise, e arriva alle cure ancora molto in ritardo. ''Non riusciamo ad incidere sulle dinamiche della trasmissione dell'infezione - ha sottolineato - ed è questo che ci preoccupa molto''.

Il 70% degli uomini e il 71% delle donne contrae l'infezione per via sessuale in un'età media che per i maschi è di 36 anni e di 34 per le femmine; il 31% delle nuove infezioni colpisce stranieri prevalentemente di nazionalità nigeriana (72%), seguiti da quelli di nazionalità ghanese. ''La prima causa di morte nei pazienti con Hiv è il tumore - ha spiegato il prof. Umberto Tirelli, direttore del Dipartimento di Oncologia medica dell'Istituto nazionale tumori di Aviano - e ciò è dovuto non solo all'invecchiamento, grazie ai trattamenti farmacologici, della popolazione con questa patologia, ma anche alla contemporanea presenza di virus oncogeni e di uno stile di vita che li predispone allo sviluppo dei tumori''.

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