Che rapporto hanno i medici con Internet in generale e con i motori di ricerca in particolare? E come può impattare tutto questo sulla qualità della pratica clinica quotidiana? A queste domande prova a dare una risposta una ricerca targata Google Health, che rivela come il Web sia ormai parte integrante della professione medica e ne influenzi le tendenze ogni giorno.
I ricercatori di Google hanno sottoposto 411 medici (medici di Medicina generale, endocrinologi, cardiologi e psichiatri) a un questionario on-line molto particolareggiato, e hanno scoperto che: il 58% dei medici usa Internet per scopi professionali più di una volta al giorno, l’80% verifica le informazioni riportate dai suoi pazienti on-line, il 73% considera Internet una parte essenziale della pratica clinica, l’83% fa più affidamento su Internet oggi che in passato, il 78% ritiene che Internet lo aiuti a svolgere meglio il suo lavoro, il 69% ha fiducia nelle informazioni raccolte sul Web, l’81% dell’utilizzo di Internet da parte dei medici riguarda i motori di ricerca, il 74% portali sulla salute, il 59% siti di farmaci specifici, il 36% siti di strutture ospedaliere e solo 14% chat-room, social network e forum, il 47% non modifica i criteri di ricerca mentre naviga sui motori, il 57% cerca sui motori di ricerca informazioni sulle patologie, il 36% sui trattamenti e sui trial, il 33% su farmaci branded.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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