E' stato certamente determinante il fatto che, fortunatamente, la pandemia di influenza A non si è finora rivelata terribile come inizialmente temuto, ed ha avuto un gran peso anche l'indicazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms) che, a novembre, ha stabilito che una sola dose di vaccino è sufficiente per proteggere i soggetti adulti.
Ma il risultato finale è stato analogo in molti Paesi europei: meno del previsto i cittadini che si sono vaccinati e scorte di vaccino rimaste inutilizzate nei magazzini. Così, vari governi, dalla Francia alla Germania, hanno deciso: la soluzione è rivendere le dosi in eccesso ad altri Paesi, in testa quelli dell'Est. E' quindi scattata una vera e propria corsa alla 'rivendita', ed in alcuni casi, come per conquistare il potenziale acquirente Ucraina, è concorrenza aperta tra i diversi governi. In Italia, invece, ancora nessuna decisione è stata presa in merito: si attenderà, prima di valutare la possibile opzione di vendita, il termine della campagna vaccinale in atto. Ma se in Europa si tira un sospiro di sollievo e si pensa a come ricollocare le scorte di vaccino inutilizzate - anche se la stessa Oms invita e non cantar vittoria troppo presto, sottolineando che il pericolo pandemia resta e potrebbero comunque verificarsi nuovi picchi - in Asia ed in particolare in Cina è invece allarme: Il virus A/H1N1 si sta rapidamente diffondendo nelle campagne, ha avvertito il governo, e si teme un picco di casi con il prossimo capodanno lunare, quando milioni di cinesi torneranno nei luoghi d'origine per i festeggiamenti.
- PARTE CORSA A RIVENDITA VACCINI, VIA A 'DOSI IN SALDO': Vari governi si sono fatti i conti in tasca ed hanno concluso che la soluzione più conveniente è rivendere le dosi di vaccino pandemico in eccesso ad altri Paesi che invece ne sono carenti.
"Chiediamo il sostegno del Presidente Mattarella, per richiamare la cittadinanza. Sarebbe paradossale che le organizzazioni sindacali dovessero trovarsi a ragionare su un possibile sciopero contro i cittadini nella veste di pazienti"
"Per molti presidenti di Regione i medici di medicina generale dovrebbero diventare dipendenti del Servizio sanitario nazionale". "Mancano 4500 medici e 10mila infermieri"
Rea (Simg Lazio): “Tra le principali esigenze, è fondamentale l’inserimento di personale infermieristico e amministrativo. Come le farmacie dei servizi ricevono investimenti anche la Medicina Generale può moltiplicare le sue funzioni”
Questo codice, attualmente in vigore, limita fortemente la possibilità di dar seguito a uno sciopero vero ed efficace, ostacolando di fatto qualsiasi iniziativa
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