Una terapia 'ad hoc' con farmaci biologici, associati alla chemioterapia, per contrastare efficacemente il cancro del colon-retto. Tutto questo dopo aver eseguito un test genetico che permetta ad oncologi e anatomopatologi di capire quale sia la strada giusta da intraprendere per dare scacco alla malattia. E' stato illustrato oggi all'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma 'Kras-Aktive', un progetto nato con l'obiettivo di supportare i Centri clinici impegnati nell'esecuzione di questo test, ritenuto fondamentale dagli esperti per contrastare la seconda neoplasia per incidenza, in senso assoluto, per gli uomini e le donne.
Il test genetico serve per analizzare la mutazione del gene Kras prima di impostare la terapia. "In considerazione dei dati osservati -sottolinea Carlo Garufi, oncologo del Regina Elena - solo nel Lazio ci sono, ogni anno, circa mille pazienti con tumore del colon-retto metastatico che potrebbero essere sottoposti a terapia con anticorpi monoclonali anti-Egfr. Per tutte queste persone dovrebbe essere richiesto ed effettuato un test per l'analisi mutazionale del gene Kras".
Attraverso il progetto 'Kras-Aktive', quindi, ci si è mossi per consentire lo scambio di informazioni e materiale scientifico per promuovere la verifica di qualità sull'esecuzione del test. Sono stati
stabiliti i requisiti minimi per effettuare il test, il percorso per giungere alla diagnosi ed è stata costruita una vera e propria rete di centri di anatomia patologica e di biologia molecolare sparsi in tutta Italia che effettuano il test.
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